ROMA – Seminario su eroi civili
e alfieri del male

Circa duemila partigiani ebrei contribuirono a liberare l’Italia dal nazifascismo. Ebrei erano Vittorio Foa, Umberto Terracini, Primo Levi, tra i nomi più noti. Ebreo era anche Franco Cesana, il più giovane resistente ucciso in battaglia, non ancora tredicenne. Storie di eroi civili che lottarono per difendere i diritti di tutti, al contrario di quei medici fascisti e nazisti che si fecero scudo della scienza per annientare il prossimo, concorrendo prima all’affermazione del razzismo e poi allo sterminio degli ebrei d’Europa. Due approcci agli antipodi che fanno riflettere sul concetto di scelta e responsabilità, ieri come oggi. Su questo doppio tema si basa il seminario per insegnanti “La paura delle degenerazioni. I diritti umani negati ed il ruolo dei medici nel fascismo e nazismo. Il diritto alla salute. Tra Resistenza e Resa: per (Soprav)Vivere liberi!” in corso a Roma, promosso dall’Università La Sapienza assieme alla Fondazione Cdec, Ucei, Progetto Memoria, Fondazione Museo della Shoah e Comunità ebraica di Roma. Argomenti come “Resistere per esistere”, “Fascismo ed eugenica”, “Medicina e Shoah” sono fra i temi affrontati. Tra i relatori Livia Ottolenghi, docente dell’ateneo e assessore alle Politiche educative Ucei.
“Si tratta dell’atto di nascita di un progetto di lungo periodo”, ha spiegato in apertura il direttore del Cdec Gadi Luzzatto Voghera. “Il seminario, il primo di una serie di incontri formativi che si concluderanno con un viaggio a Berlino, solleva questioni legate non soltanto all’esperienza storica, ma che riguardano anche il nostro presente”. In sala Gianni Polgar e Gabriele Sonnino, sfuggiti in gioventù alle persecuzioni, oltre a una delegazione di studenti di alcune scuole coinvolte nel progetto.

(Nell’immagine, Franco Cesana – Archivio fotografico della Fondazione Cdec)