CULTURA
Il Libro e i libri,
una storia dell’Italia ebraica

“Le guerre civili fra gli ebrei non sono mai state combattute a colpi di spada bensì di penna”, sostenne Abraham B. Yehoshua, anni fa a Ferrara. Il convegno “Am Ha Sefer – Il Popolo del libro. Lettori e bibliofili nell’Italia ebraica tra il XVII e il XX secolo” in corso a Roma alla Biblioteca Nazionale dell’Ebraismo Italiano Tullia Zevi di pagine ne sta sfogliando molte, focalizzandosi su 300 anni densi di avvenimenti: dai ghetti alle libertà, dalla persecuzione nazifascista alla ricostruzione dalle macerie. Il ruolo svolto da patrioti, intellettuali e bibliofili ebrei nell’epoca dell’Emancipazione. Ma anche singoli tesori da conoscere e valorizzare: dalla biblioteca di Ugo e Olga Levi a Venezia a quella di Marco Besso a Roma. E poi fra tante la libreria antiquaria Umberto Saba nel centro di Trieste, “il nero antro funesto” che il poeta acquistò nel 1919 e che costituì per lui, in anni difficili, “un rifugio al riparo degli altoparlanti” del fascismo. “Un convegno di alto livello, cui seguirà la pubblicazione degli atti” ha sottolineato il presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia Dario Disegni nel fare gli onori di casa. Disegni si è soffermato sui molti impegni della Fondazione. Come il progetto I-Tal-Ya Books per il censimento del patrimonio librario ebraico italiano, con decine di migliaia di volumi ad oggi catalogati in sinergia con partner nazionali e internazionali. Libri che sono anche il perno della Biblioteca Nazionale dell’Ebraismo Italiano, l’ex Centro bibliografico Ucei, la cui gestione è stata affidata nel 2021 alla Fondazione stessa. Una scelta “che ha segnato un cambio di passo, nell’ottica di far crescere un luogo che sempre di più deve diventare un polo di ricerca e studi frequentato”, ha detto Disegni. Forte l’apprezzamento per l’iniziativa odierna da parte della presidente Ucei Noemi Di Segni, che ha portato in apertura alcune riflessioni incentrate sull’attualità. Facendo riferimento al libro per eccellenza, la Torah, ha in particolare ricordato come l’atto della lettura “non sia solo relax, ma anche azione”, una premessa necessaria per lasciare una traccia consapevole nel mondo. In questo senso le pagine della Torah “trasmettono dei precetti che riguardano anche la morale, anche sul modo in cui si conduce una guerra e si esercita un’azione di difesa”.

(Nell’immagine: il presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia Dario Disegni)