ANTISEMITISMO – L’approccio FADE per affrontarlo
Melissa Sonnino: dove possiamo migliorare
Ha l’obiettivo di migliorare la capacità delle autorità pubbliche di identificare, perseguire e contrastare episodi di discriminazione e odio antisemita il progetto europeo “Fight against Antisemitism through training anD awareness raising activitiEs – F.A.D.E” presentato oggi a Roma. L’iniziativa, che avrà la durata di 18 mesi, coinvolge Ucei, Fondazione Cdec, Unar, Reflect e Ceji – A Jewish Contribution to An Inclusive Europe. Il progetto si esprime attraverso “un insieme coerente di azioni” volte a migliorare l’efficacia dell’azione, aumentando ad esempio la conoscenza dei meccanismi di denuncia e migliorando la cooperazione tra autorità pubbliche e tra queste e altri attori della società civile. “È un momento significativo e importante. Il valore aggiunto di questo progetto è nella piattaforma, nel network che raggruppa istituzioni che hanno come sfida quotidiana il contrasto all’antisemitismo. Oggi mettiamo insieme dei pezzi”, ha detto la presidente Ucei Noemi Di Segni. Un impegno ancor più urgente in un momento in cui la recrudescenza dell’antisemitismo colpisce anche l’Italia, ha fatto notare Di Segni. Per Mattia Peradotto, il direttore dell’Unar, “l’antisemitismo è un problema strutturale nella nostra società: c’è il bisogno di aggredirlo e dopo il 7 ottobre è ancora più necessario”. Lo scopo è “arrivare a un risultato efficace, spendibile in una dimensione non solo nazionale”. Il 7 ottobre “ha rappresentato uno spartiacque: l’incremento di casi di antisemitismo di questi giorni richiede ancora di più una strategia, un coordinamento reale e non formale”, ha poi affermato Andrea Giovannelli, capo della segreteria del coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo Giuseppe Pecoraro. Francesca Romana Capaldo, direttrice dell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori della Polizia, ha confermato “che oggi stiamo facendo un passo avanti”. Il progetto è stato illustrato da Roberto Bortone dell’Unar, mentre il segretario generale Ucei Uriel Perugia ha illustrato le iniziative dell’ente in questo ambito. Il direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera ha da parte sua raccontato l’esperienza dell’Antenna antisemitismo nella raccolta dei dati. Melissa Sonnino, senior program manager di Ceji, della pagella Noa (Networks Overcoming Antisemitism), si è concentrata sulle misure governative per combattere l’antisemitismo e promuovere la vita ebraica. “Il nostro obiettivo”, ha detto, “non è fare una classifica degli Stati membri, ma fornire degli strumenti di valutazione: l’Italia si colloca comunque abbastanza bene, perché il problema dell’antisemitismo è riconosciuto, anche dalle istituzioni”. Dove “si può senz’altro migliorare è nella comunicazione interna: serve un miglior coordinamento istituzionale”. Secondo la pagella Noa, l’Italia avrebbe un punto di forza “nella legislazione che affronta le forme più gravi e crescenti di antisemitismo, come le leggi sulla sicurezza, i crimini e i discorsi d’odio”; sarebbe tuttavia più debole “nell’attuazione delle misure volte a prevenire la discriminazione nei confronti delle persone e delle comunità ebraiche”. I settori con maggiori opportunità di miglioramento e impatto sarebbero tra gli altri istruzione, cultura, sport, dialogo interculturale, media. Aree ritenute essenziali “per rafforzare la resilienza della società all’estremismo” e prevenire “l’escalation”.