GUERRA – 47ESIMO GIORNO
Rilascio ostaggi più vicino,
le istruzioni per chi li accoglierà

La guerra d’Israele contro Hamas è arrivata al 47esimo giorno. Nell’operazione via terra per eliminare il gruppo terroristico nella Striscia di Gaza sono caduti 69 soldati israeliani. Dopo lunghi combattimenti, domani per la prima volta dovrebbe arrivare una pausa nel conflitto. Un cessate il fuoco di quattro giorni frutto di un’intesa sugli ostaggi tra Israele e Hamas. In cambio della tregua temporanea, il gruppo terroristico si è impegnato a liberare cinquanta dei 239 ostaggi nelle sue mani. Secondo l’intesa – mediata da Qatar, Egitto e Stati Uniti – saranno rilasciati 30 bambini, 8 madri e dodici donne anziane. Dovrebbero avere tutti doppio passaporto, secondo quanto dichiarato da uno dei leader politici di Hamas, Moussa Abu Marzouk, ad Al Jazeera. L’intesa passa anche dalla scarcerazione di 150 detenuti palestinesi dalle carceri israeliane. All’emittente del Qatar fonti di Hezbollah hanno annunciato che anche il gruppo terroristico libanese sospenderà i combattimenti in concomitanza con il cessate il fuoco.
Alla Cnn funzionari israeliani hanno confermato che la tregua inizierà alle 10 del mattino e potrebbe durare fino a dieci giorni. Altre fonti israeliane ritengono però improbabile una sospensione delle ostilità così  a lungo. Per il gabinetto di guerra, che ieri sera ha dato il via libera all’intesa con Hamas, la priorità al momento è ottenere indietro almeno una parte degli ostaggi. Una lista dovrebbe essere fornita in serata dal gruppo che controlla Gaza.
Intanto, raccontano i media locali, grazie all’aiuto di un team di professionisti, l’esercito ha fornito istruzioni precise ai soldati chiamati a riaccompagnare in Israele i minori liberati. Si tratta di bambini prigionieri da oltre sei settimane, di cui non si conoscono le condizioni di salute. Anche la fase del rilascio sarà un momento delicato. “Quando il soldato incontrerà il bambino si presenterà come segue: ‘Salve, mi chiamo… Sono un soldato delle Forze di Difesa Israeliane e ti sto accompagnando a casa. Sei in un luogo sicuro. Sono qui per prendermi cura di te, sei al sicuro”, l’indicazione fornita ai militari dagli esperti. I soldati, si legge nel testo della consulenza, dovranno chiedere ai bambini se hanno sete, caldo o freddo. Dovranno chiedere sempre permesso prima di qualsiasi contatto, anche per aiutare chi ha difficoltà a muoversi: “Posso darti una mano? Va bene se ti prendo in braccio e ti aiuto a camminare?“, le domande da porre. Gli esperti evidenziano poi come potrebbero essere gli stessi bambini a fare domande come “Dov’è mia madre? Dov’è mio padre?“. I soldati non devono rispondere, anche se conoscono il destino dei genitori dei bambini. “Mi dispiace, non lo so. Il mio compito è quello di portarti in Israele, in un luogo sicuro, dove persone che conosci ti aspettano e risponderanno a tutte le tue domande”.