TORINO – “Capire Israele”,
compleanno dell’Asset senza festa

Doveva essere una serata di festa quella pensata per celebrare i 15 anni dalla nascita dell’Asset, l’associazione ex allievi e amici della scuola ebraica di Torino. “Ma non era neppure pensabile festeggiare un evento pure importante dopo quanto è successo il 7 ottobre scorso, una data che ha sconvolto il mondo, non solo quello ebraico, con un attacco violento e privo di qualsiasi giustificazione”, ha spiegato il suo presidente Giulio Disegni, che è anche vicepresidente Ucei, introducendo l’incontro “Capire Israele, ieri e oggi. Un aiuto per ricominciare”, organizzato insieme al Keren Hayesod. “Ora è il momento dell’amara riflessione, dell’esigenza di comprendere e spiegare”, ha sottolineato Disegni. “Spiegare cos’è lo Stato ebraico e nel contempo combattere l’antisemitismo che non si arresta e, soprattutto, l’ora della necessità di aiutare Israele nelle sue molteplici emergenze di ogni tipo, materiali e non solo”. Ad esempio sensibilizzando su una raccolta fondi in corso per la ricostruzione del kibbutz Kfar Aza: uno degli obiettivi della serata, tra i cui relatori c’era l’accademico israeliano Sergio Della Pergola, che da Gerusalemme ha evidenziato come molti organismi internazionali non abbiano rispettato la loro missione, a partire dalla Croce Rossa, nel farsi carico della sorte degli ostaggi ancora prigionieri a Gaza e delle donne “stuprate nell’attacco”. Sono intervenuti anche la presidente Ucei Noemi Di Segni, il giornalista Rai Claudio Pagliara, il commentatore politico italo-israeliano Roberto Della Rocca, il direttore di Israele.net Marco Paganoni, il consigliere del Keren Hayesod Giorgio Fischer, lo shaliach Eyal Avneri, il massmediologo Klaus Davi. Trasmessi inoltre i videomessaggi arrivati dal sindaco Stefano Lo Russo e dal presidente della Comunità ebraica cittadina Dario Disegni. Commovente la testimonianza di due studentesse israeliane. Anche se ci vorrà del tempo per ricostruire le città e i kibbutz devastati da Hamas, il loro auspicio è che “ci sia spazio per la speranza e la pace: questo è il nostro dovere, per le persone che non ci sono più”.