CALCIO – Ucraina e Israele
assieme in primavera?
Nel marzo dello scorso anno la notizia della vittoria di un’atleta ucraina alla maratona di Gerusalemme fece il giro del mondo. Valentyna Veretska aveva lasciato la sua nazione in fiamme alcune settimane prima, raggiungendo la Polonia al termine di un viaggio rocambolesco con la figlia Alisa. “Non daremo a chi ci odia la soddisfazione di rinunciare a essere chi siamo e cosa vogliamo essere”, aveva dichiarato alla vigilia della gara, la sua prima dall’inizio della guerra, con il pensiero rivolto ai suoi cari sotto attacco e in particolare al marito-allenatore Pavlo richiamato d’urgenza nell’esercito. Detto, fatto: sul traguardo posto nella zona occidentale della città, dopo 42 chilometri di orgoglio e fatica, avrebbe esultato sventolando assieme la bandiera del suo paese e quella israeliana, commuovendosi fino alle lacrime. Poche parole ma chiare: “Noi ucraini siamo gente che non si arrende”.
Le due bandiere potrebbero trovarsi presto affiancate una nuova volta nel nome dello sport, di nuovo a marzo e di nuovo in Israele. Il sorteggio per i playoff che decideranno le ultime tre squadre ammesse alla fase finale degli Europei di calcio ha dato questo responso: nel percorso B le due semifinali (21 marzo) saranno tra Israele e Islanda da una parte e tra Bosnia e Ucraina dall’altra. Le due vincenti si contenderanno uno dei tre posti in palio nella finale (26 marzo). Se Israele sconfiggerà l’Islanda, avrà il vantaggio di giocare in casa anche la seconda sfida. Resta da capire se poi sarà davvero in “casa”, perché l’attuale contingenza bellica ha fatto sì che la Uefa spostasse in campo neutro (Ungheria) le ultime partite disputate dalla nazionale d’Israele nel suo girone di qualificazione al torneo, concluso al terzo posto dietro Romania e Svizzera. Campo neutro che è l’amara realtà della nazionale ucraina da ormai oltre un anno e mezzo.