GAZA – Roni salvo due volte:
i gazawi lo avevano riconsegnato a Hamas

Per quattro giorni Roni Krivoi è riuscito a eludere i carcerieri di Hamas a Gaza. Rapito il 7 ottobre dai terroristi, il 25enne aveva sfruttato i bombardamenti israeliani sulla Striscia per sfuggire ai suoi aguzzini. L’abitazione in cui era tenuto prigioniero era stata duramente colpita e tra le macerie Krivoi ha trovato una via d’uscita. “Per alcuni giorni è rimasto nascosto, da solo. Voleva raggiungere il confine, ma aveva difficoltà ad orientarsi”, ha raccontato la zia Elena Magid all’emittente Kan. “Alla fine gli abitanti di Gaza lo hanno catturato e lo hanno riconsegnato nelle mani dei terroristi”, ha aggiunto Magid. Per Krivoi, cittadino israeliano e russo, è iniziato così nuovamente l’incubo della prigionia. Fino alla liberazione avvenuta ieri, a 51 giorni dal rapimento.
Il giovane era stato catturato al Festival Nova di Re’eim dove lavorava come tecnico del suono. Sentiti gli spari, aveva cercato di fuggire dai terroristi che stavano massacrando chiunque avessero a tiro. “A un certo punto Roni ha deciso di smettere di correre. Si è nascosto e si è coperto con dei cespugli. Il suo amico è rimasto in contatto con lui fino alle 10:30, poi Roni gli ha detto di aver sentito i terroristi molto vicini”, il racconto della zia. “Dieci minuti dopo, il suo amico ha chiamato di nuovo e gli hanno risposto in arabo, lui ha iniziato a gridare ‘Roni, Roni’, loro hanno riso e hanno riattaccato”.
Nato in Israele da una famiglia emigrata dall’Unione sovietica, il legame con la Russia ha giocato un ruolo nella sua liberazione. Secondo i media, Krivoi è stato rilasciato come gesto di Hamas nei confronti del presidente russo Vladimir Putin e non rientrava negli accordi sugli ostaggi con Israele. “Roni è nato in Israele ed è cresciuto qui. La sua madre lingua è l’ebraico”, ha sottolineato la zia. “Quando era bambino i suoi genitori hanno fatto in modo che avesse anche la cittadinanza russa, ma a prescindere da tutto lui è un cittadino israeliano”.

(Nell’immagine diffusa dall’esercito, Roni Krivoi con i genitori dopo la liberazione)