ISRAELE – Camerini fra spettacoli
di teatro e lavoro nei campi
“Quest’anno ho trascorso a Gerusalemme molti mesi di studio. Dal 7 ottobre scorso ho sentito l’impulso, sempre più forte, di tornarci il prima possibile. Ci si sente spesso soli in Europa in questo periodo infausto. Volevo riabbracciare i miei familiari e i tanti amici che ho qui, ma anche dare un contributo concreto”.
Con questa motivazione la regista e attrice milanese Miriam Camerini ha preso un volo da Zurigo a Tel Aviv, con l’obiettivo di realizzare alcuni workshop teatrali ispirati ai fatti tragici delle ultime settimane, basandosi in particolare su storie e personaggi del Tanakh. “Il tema che vorrei sviluppare è quello del fratricidio, partendo dalla storia di Caino e Abele. Se tutto va bene dovrei partecipare a un’iniziativa nei prossimi giorni a Mitzpe Ramon”.
Nel frattempo la regista raccoglie insalata nella valle di Elah, lungo la strada che da Gerusalemme porta verso Gaza, colmando il vuoto lasciato dai numerosi lavoratori di origine thailandese e nepalese che hanno lasciato il paese nei primi giorni del conflitto. “Nel posto in cui mi trovo, di norma ci sono sette-otto lavoratori immigrati. Ne è rimasto soltanto uno. Il paradosso è che ha chiesto a me un aggiornamento sulla guerra: non avendo padronanza della lingua, non comprende bene la situazione”, sottolinea Camerini. Oggi è nella valle di Elah, dove la Bibbia racconta che Davide sconfisse Golia. Domani chissà. “È tutto organizzato dal gruppo di studi della mia sinagoga di riferimento: ci sposteremo dove si manifesterà un bisogno, senza un programma troppo definito nei dettagli: procederemo un po’ all’israeliana insomma”, sorride Miriam, che da alcuni anni studia per diventare la prima donna rabbino italiana nell’ambito dell’ortodossia. Un progetto che sta portando avanti proprio a Gerusalemme, la città in cui è nata e dove è ora tornata per portare un po’ di affetto e solidarietà.