FIRENZE – Alla Festa della Toscana
rav Piperno mette l’accento sull’educazione
Il 30 novembre del 1786 il granduca Pietro Leopoldo di Lorena abolì la pena di morte in Toscana, il primo stato al mondo a compiere un passo del genere. Dal 2001, ogni 30 novembre, si tiene per questo la “Festa della Toscana”. Per celebrarla il Consiglio regionale si è riunito stamane in seduta solenne, davanti a molte centinaia di studenti. Ospite d’onore la presidente emerita della Corte costituzionale Silvana Sciarra, mentre in apertura di cerimonia sono intervenuti l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, l’imam della città Izzedin Elzir, il rabbino capo Gadi Piperno. “Le comunità ebraiche sono e restano un elemento importante della Toscana. Siamo parte attiva di questa regione e ci sentiamo in festa anche noi”, ha affermato Piperno, sottolineando come nuclei ebraici siano oggi presenti non solo nel capoluogo ma anche a Livorno e Pisa, oltre che a Siena e Pitigliano. Senza dimenticare l’eredità di centri come Lucca da dove partì la migrazione da cui nacque l’ebraismo ashkenazita, ha poi aggiunto il rav. Le celebrazioni, nel centenario dalla nascita, sono dedicate a don Lorenzo Milani. Prendendo spunto dai valori professati dal priore di Barbiana, che nacque ebreo, Piperno ha evidenziato come una “corretta educazione” non serva soltanto all’acquisizione di conoscenze, ma anche e soprattutto alla costruzione di un sistema di valori. La chiave cioè di un mondo “che dia importanza alla famiglia, sostenga i più deboli, metta pace tra le persone”. Piperno ha anche ricordato che proprio in Toscana, nel settembre del 1938, furono firmate le infami leggi razziste. Una vergogna da non scordare, insieme al “coraggio di chi vi oppose: tanti toscani, in quelle stesse campagne del Mugello, salvarono ebrei perseguitati dal nazifascismo”.