GUERRA 56ESIMO GIORNO –
Tregua finita,
tre kibbutznik morti a Gaza
La guerra è ripresa a Gaza. Ad innescarla, la decisione di Hamas di rompere all’alba il cessate il fuoco. “L’organizzazione terroristica Hamas-Isis ha violato l’accordo; non ha mantenuto l’impegno di rilasciare tutte le donne rapite oggi e ha lanciato razzi contro i cittadini di Israele”, ha scritto in una nota l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu. Dopo sette giorni di tregua e la liberazione da Gaza di 110 ostaggi, sono così ripresi gli scontri. In diverse aree del sud d’Israele sono tornati gli allarmi a causa dei missili sparati dalla Striscia. Oltre 50 in poche ore. Attacchi a cui le forze di Tsahal hanno risposto bombardando postazioni di Hamas. I media locali sottolineano come l’esercito non abbia ancora ripreso tutte le operazioni militari a Gaza per la possibilità che si raggiunga una nuova tregua di un giorno. La richiesta israeliana sarebbe la liberazione di dieci donne. Al momento tra i rapiti ci sarebbero ancora 137 persone, di cui 20 donne e due bambini. Lo ha dichiarato il portavoce del governo, Eylon Levy, indicando nell’elenco degli ostaggi anche Kfir Bibas di 10 mesi, suo fratello Ariel di 4 anni e la loro madre Shiri. Hamas ha diffuso la notizia della loro morte, ma l’esercito non ha confermato, parlando di “crudele” terrorismo psicologico da parte dei miliziani.
Il destino degli ostaggi rimane in bilico e dal kibbutz Nir Oz sono arrivate notizie tragiche: tre dei suoi membri sono morti mentre si trovavano nelle mani degli aguzzini a Gaza. Si tratta di Ronen Engel, 54 anni, Maya Goren, 56, e Aryeh Zalmanovich, 85 anni.
Alcune famiglie dei rapiti in queste ore hanno chiesto all’esecutivo di tornare a una tregua e accordarsi per la liberazione di altri prigionieri. Dalla coalizione di maggioranza arrivano però segnali opposti. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, escluso dal gabinetto di guerra, ha invitato il premier Netanyahu a proseguire nei combattimenti. “Siamo molto felici per il ritorno degli ostaggi liberati, ma ora l’idea di una tregua ha fatto il suo corso. Accettare di fermarsi ulteriormente sarebbe un terribile errore che trasmette solo debolezza… Dobbiamo interrompere tutti i legami e i negoziati con Hamas e i mediatori e guardare al nemico solo attraverso la vista di un’arma”, ha dichiarato Smotrich. Nel gabinetto di guerra c’è invece il ministro Benny Gantz. L’ex capo di Stato maggiore ha spiegato che “la scorsa settimana ci siamo preparati ad espandere la campagna militare” per garantire sicurezza sia al sud sia al nord del paese. “Lo Stato di Israele è impegnato a vincere la guerra, e questa vittoria comprende sia l’imperativo di riportare a casa i rapiti, sia la rimozione della minaccia di Hamas”.