GUERRA 59ESIMO GIORNO –
Nuovi scontri a Khan Yunis mentre sale la pressione a nord

Lo sforzo militare d’Israele per eliminare la minaccia di Hamas dalla Striscia di Gaza si sta intensificando. Nel 59esimo giorno della guerra, le operazioni di Tsahal coinvolgono sempre di più il sud dell’enclave palestinese. Carri armati sono stati posizionati nei pressi della città di Khan Younis, una delle roccaforti di Hamas. Ai civili è stato chiesto di evacuare l’area. “Gli obiettivi nella sezione settentrionale sono stati quasi raggiunti”, ha dichiarato il generale di brigata Hisham Ibrahim alla radio dell’esercito israeliano. “Stiamo iniziando a espandere la manovra di terra in altre parti della Striscia, con un unico obiettivo: rovesciare il gruppo terroristico di Hamas”. Tsahal ha colpito nella notte duecento obiettivi, ma ha anche perso altri tre soldati nei combattimenti: Ben Zussman, 22 anni, Neriya Shaer, 36, e Binyamin Yehoshua Needham, 19, sono gli ultimi dei 75 militari caduti dall’inizio dell’operazione via terra a Gaza.
Con la fine della tregua venerdì, lo scontro è riesploso anche al nord, dove Hezbollah nelle ultime ore ha lanciato una nuova raffica di missili contro Israele. La tensione nell’area continua a salire e l’aviazione ha colpito diverse infrastrutture dei terroristi libanesi. Il gabinetto di sicurezza, riunitosi in serata, ha in agenda di valutare il fronte nord. Ma prioritaria rimane la missione a Gaza, con la questione aperta degli ostaggi. Sono ancora 136 i rapiti in mano a Hamas e alle altre fazioni presenti nella Striscia. Tra loro c’era anche Jonathan Samerano, 21 anni, di Tel Aviv. Il 7 ottobre era scappato dal festival di Re’im verso il kibbutz di Be’eri, ma qui era stato colpito dai terroristi e rapito. Oggi alla famiglia è stata notificata la sua morte mentre era detenuto dagli aguzzini di Hamas. “Jonathan era un ragazzo magico, circondato da amici, un dj che voleva solo fare musica, essere felice e viaggiare. Aveva così tanti sogni”, la dolorosa nota diffusa dalla famiglia per ricordarlo. Il destino degli altri ostaggi è ancora sconosciuto e nonostante le ripetute richieste, la Croce rossa internazionale non ha ancora avuto il via libera per visitarli e accertarne le condizioni.
Intanto le preoccupazioni per gli israeliani vanno al di là del conflitto: le autorità in queste ore hanno aggiornato la mappa dei paesi a rischio in cui evitare di viaggiare. Una mappa che ora include anche Gran Bretagna, Francia e Germania e in Sud America, Brasile e Argentina. Il livello di allerta al momento è il due, spiega l’emittente Kan. Ovvero non è sconsigliato recarsi in questi paesi, ma si “raccomanda di prendere maggiori precauzioni”. Da evitare invece Uzbekistan, Kazakistan, Kirghizistan e Turkmenistan: paesi dell’Asia centrale in passato meta di molti turisti israeliani.