MILANO – Firgun, prepararsi insieme per affrontare il mondo

Mettere ordine nella confusione. Per Ghila Schreiber l’appuntamento con Firgun a Milano, il progetto di formazione per ragazzi tra i 14 e 18 anni dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, è stata un’opportunità per fare chiarezza: sugli avvenimenti in Israele, ma anche su alcuni elementi dell’ebraismo. E su come parlare di questi argomenti fuori dal mondo ebraico. “Dopo il 7 ottobre ogni giorno leggevo e mi informavo su cosa stesse accadendo. L’attacco di Hamas, le stragi, i rapimenti. Dopo la solidarietà iniziale, ho visto come cambiava la comunicazione sul conflitto e progressivamente il flusso di informazioni è diventato opprimente”, racconta Ghila a Pagine Ebraiche. “Frequento la scuola ebraica e mi sento privilegiata: non devo confrontarmi con atteggiamenti ostili in classe, ma voglio essere in grado di sostenere una conversazione e rispondere a chi si esprime contro Israele. Ho cercato di costruirmi uno scudo protettivo dalle falsità, ma avevo molta confusione”. Per questo, aggiunge, “Firgun mi è stato molto utile”.
Il progetto, con incontri tra Roma e Milano, è nato per dare ai giovani delle comunità ebraiche italiane gli strumenti per contrastare disinformazione e pregiudizi su ebraismo e Israele. Per essere maggiormente consapevoli della propria identità ebraica. Ideato dalla commissione Scuola ed Educazione dell’Ucei e organizzato dall’area Educazione e Cultura dell’Unione, l’iniziativa prende il nome da un termine yiddish, traducibile come “la capacità di vedere la realizzazione degli altri in modo altruista”.
A partecipare al secondo appuntamento, 40 ragazzi da tutta l’Italia ebraica. “Io e altri siamo arrivati da Trieste”, racconta Rivka Tabor. “Sono contenta di aver partecipato. Devo ringraziare tutti i docenti perché mi hanno risolto molti dubbi e dato tanti spunti di riflessione”. Anche per Rivka come per Ghila era prioritario “essere in grado di affrontare una conversazione in modo consapevole”.
Entrambe le ragazze spiegano di aver evitato di interagire sui social in queste settimane nei post su Israele. “Leggo però i commenti e mi arrabbio, ma non ho mai voluto rispondere perché non voglio attaccare l’interlocutore”, afferma Rivka. Per questo, aggiunge, “ho apprezzato il suggerimento di uno dei relatori, Alex Zarfati, di rispondere alle discussioni su Israele o sul mondo ebraico portando una propria esperienza personale”.
Per Ghila uno dei consigli più importanti è stato “quello di usare bene il nostro tempo e le nostre risorse. Di studiare per poi poter comunicare. Non scrollare tutto il giorno Instagram, ma prepararsi per poi eventualmente pubblicare dei contenuti utili e fare informazione attiva”. Per questo racconta di aver comprato tre libri su Israele, mentre Rivka sul comodino ha un volume sulla storia degli ebrei. “Dobbiamo partire dai giovani delle nostre comunità e avere molto chiare le nostre fondamenta identitarie”, afferma ancora Ghila. Un concetto sottolineato ai ragazzi anche dal rabbino capo di Milano, Alfoso Arbib, tra i relatori dell’ultimo incontro di Firgun.