ANTISEMITISMO – Roma in piazza contro il pregiudizio

“From the river to the sea, io resto qui”, proclama Assaf Godo, facendo il verso a uno dei tanti slogan di odio ascoltati in queste settimane. Il 7 ottobre scorso suo fratello Tom è stato assassinato dai terroristi di Hamas. Sul palco Asaf rappresenta lo spirito di Israele e la sua determinazione nel combattere per il proprio futuro e per la propria sopravvivenza, nella serata che Ucei e Comunità ebraica di Roma hanno voluto dedicare alla manifestazione nazionale contro l’antisemitismo e il terrorismo. Alcune migliaia le persone presenti in piazza del Popolo, dove sono sventolate per ore un gran numero di bandiere con la stella di Davide, ma anche italiane, europee e del movimento ebraico lgbt Magen David Keshet Italia.
“Mai più è adesso, dobbiamo essere uniti”, ha esortato il presidente d’Israele Isaac Herzog in un videomessaggio inviato agli organizzatori, cui è arrivata anche l’adesione della senatrice a vita Liliana Segre, “presente” a distanza con un suo testo, letto da Andrée Ruth Shammah. “Mai più è adesso” si leggeva anche su alcuni cartelli esibiti dai manifestanti. “Jewish Lives Matter” e “Liberi subito gli ostaggi”, su altri. Tanti gli interventi. “L’antisemitismo e il terrorismo sono il veleno che inquina i pozzi di tutti”, ha sottolineato in apertura di serata la presidente Ucei Noemi Di Segni. Una delle ragioni per la quale “è stata importante l’adesione trasversale” registrata all’iniziativa. Una risposta corale “all’antisemitismo evidente in certe accuse e in certi silenzi: ci sono due pesi e due misure nel giudicare Israele”, ha accusato il presidente della Comunità romana Victor Fadlun. In questo senso l’idea della vittima che diventa persecutore espressa e reiterata da alcuni nel dibattito pubblico “è diabolica, perché espone all’aggressione e toglie il senso di colpa a quel mondo che ha consentito la Shoah”, ha affermato il rabbino capo Riccardo Di Segni. Per Giuseppe Pecoraro, il coordinatore nazionale nella lotta contro l’antisemitismo, il “silenzio assordante” di alcune associazioni ricorderebbe “l’indifferenza di 80 anni fa”. Molti a suo dire i “cattivi maestri”, anche in ambito accademico, da dove sono partiti appelli al boicottaggio dello Stato ebraico. Sul palco sono poi saliti il presidente del Senato Ignazio La Russa e per il governo i ministri Matteo Salvini, Carlo Nordio, Antonio Tajani, Giuseppe Valditara, Gennaro Sangiuliano ed Eugenia Roccella. “Chi se la prende con un neonato, una bambina, un vecchio, è un vigliacco. Hamas è responsabile di tutto quello che sta accadendo in Medio Oriente”, ha dichiarato il ministro Tajani, che è stato in visita nelle località colpite dai terroristi poche ore dopo la strage, portando a Israele la vicinanza dell’Italia. “Hamas è responsabile dell’interruzione della tregua, Hamas usa i civili palestinesi come scudi umani”, ha poi aggiunto il titolare degli Esteri. Solidarietà tra gli altri anche dal sindaco Roberto Gualtieri, che ha invitato a “tenere la guardia altissima” di fronte all’odio che in questi giorni ha lasciato un segno anche nel nostro paese, deturpando nella stessa Roma le pietre d’inciampo, e dai parlamentari Piero Fassino (Pd), Carlo Calenda (Azione), Maria Elena Boschi (Italia Viva) ed Ester Mieli (Fratelli d’Italia). Presenti in piazza delegazioni anche di altri partiti. Spazio infine a esponenti delle comunità religiose e della società civile, affratellati al mondo ebraico in una battaglia per la difesa delle libertà e dei diritti di tutti. Dal presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo al rappresentante della Coreis Abd al Ghafur Masotti, dalla presidente dell’Udai Celeste Vichi al direttore del Foglio Claudio Cerasa.
Emozionano anche le testimonianze della modella e attrice Moran Atias e la voce della cantante Shiri Maimon, che canta per gli ostaggi. Intervengono anche il presidente della Federazione Italiana per l’Ebraismo Progressivo Carlo Riva, alcuni studenti, i ragazzi dell’Ugei. Si cantano gli inni. Si canta per la Tikwah, la speranza, incarnata già nel titolo da quello israeliano.

Foto: Carlo Mogiani