GUERRA 60ESIMO GIORNO – Ostaggi drogati “per apparire felici”
Hamas ha dato agli ostaggi rilasciati dei sedativi prima di consegnarli alla Croce Rossa “per farli sembrare felici”. A riferirlo un rappresentante del ministero della Salute israeliano nel corso di un’audizione alla Knesset. La somministrazione dei farmaci aveva lo scopo di far apparire gli ostaggi calmi e allegri dopo aver subito abusi fisici, privazioni e terrore psicologico per quasi due mesi a Gaza.
Nelle mani dei terroristi ci sono ancora 137 persone. “Chiediamo al governo di dimostrare che la loro liberazione rappresenta una priorità“, l’appello di Shir Siegel. Sua madre Aviva è stata liberata il 26 novembre, ma il padre Keith è ancora ostaggio. Sono passati sessanta giorni dal suo rapimento dal kibbutz Kfar Aza. Sessanta giorni di conflitto in cui, dopo una breve tregua, Tsahal ha ripreso le operazioni contro i terroristi.
Nel nord i soldati sono entrati nel quartier generale di Hamas a Jabaliya e sono riusciti a distruggere diverse infrastrutture terroristiche. La missione, spiegano i portavoce militari, è stata condotta in collaborazione con lo Shin Bet.
Si combatte anche nel sud, nell’area di Khan Younis, dove l’aviazione ha colpito per distruggere le basi dei terroristi. Lo scontro più complicato è sul terreno: altri cinque soldati sono morti in battaglia portando a 80 il numero totale dei caduti durante l’operazione via terra.
Questa seconda fase della guerra a Hamas, ha sottolineato il portavoce del governo Eylon Levy, “sarà difficile dal punto di vista militare”. “Ogni feedback costruttivo che riceveremo, ogni serio consiglio strategico su come colpire Hamas riducendo al minimo i danni ai civili, sarà ovviamente preso in considerazione”, ha aggiunto Levy. “Non siamo stati noi a scegliere il campo di battaglia, ma Hamas”. Per il portavoce dell’esecutivo, Israele sta facendo ogni sforzo per ridurre i danni ai civili. Per questo Tsahal sta proseguendo la sua campagna per chiedere alla popolazione di evacuare alcune aree di Gaza. “Per stare al sicuro, i cittadini della Striscia devono ascoltare le nostre istruzioni e leggere i volantini che diffondiamo nelle loro zone”, ha spiegato il tenente colonnello Richard Hecht.
Intanto sono gli allarmi antimissile ad allertare gli israeliani degli attacchi di Hamas. In diverse aree del sud sono risuonati e ad Ashkelon un missile ha colpito un’abitazione, ferendo due donne. Anche a Tel Aviv le schegge di un razzo intercettato hanno ferito una persona.
A interrompere il flusso di notizie sulla guerra, le immagini di Emilia Alony, la bambina di cinque anni liberata da Gaza il 24 novembre insieme alla madre, tornata oggi per la prima volta al suo asilo. “Mi sei mancata” si sente dire da alcuni dei compagni di Emilia, tra un abbraccio e l’altro.
(Nell’immagine, Yocheved Lifshitz in ospedale in Israele dopo essere stata liberata il 24 ottobre da Hamas – Foto Ichilov Hospital)