BOLOGNA – Ebrei, cristiani e musulmani in piazza assieme al sindaco

L’obiettivo era dare un messaggio comune per la pace e contro ogni forma di terrorismo, antisemitismo e violenza. Per questo la manifestazione organizzata a Bologna aveva come slogan “Pace, Salam, Shalom”. Tre lingue, un unico concetto dietro cui un migliaio di bolognesi ha sfilato ieri sera, raccogliendo l’appello dei rappresentanti della comunità cristiana, ebraica e islamica della città. “Preparare l’iniziativa è stata un’operazione piuttosto complessa, ma siamo soddisfatti del risultato”, spiega a Pagine Ebraiche Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica di Bologna. Al suo fianco, a guidare la manifestazione, c’erano il sindaco Matteo Lepore, l’arcivescovo Matteo Zuppi, e il presidente dell’Unione delle Comunità islamiche d’Italia Yassine Lafram insieme al rettore dell’Università di Bologna, Giovanni Molari. “Dopo la fiaccolata silenziosa, nella parte dei discorsi è stata pronunciata una chiara condanna per le atrocità compiute da Hamas, per i missili contro Israele, per il terrorismo così come per tutte le violenze contro i civili innocenti”.
Il punto importante, sottolinea De Paz, “è aver condiviso con due dei massimi rappresentanti del mondo cattolico e islamico, Zuppi e Lafran, la responsabilità delle parole lette in piazza. Una presa di coscienza pubblica di tutti i presenti davanti alla città e alla stampa”. Il suo auspicio è che il messaggio lanciato da Bologna “possa moderare posizioni e toni, a prescindere dall’appartenenza politica, partendo da valori condivisi, come la lotta al terrorismo, all’odio antisemita e in generale a qualsiasi violenza”. Anche l’iniziativa nazionale a Roma, aggiunge, è stata importante e “l’abbiamo sostenuta”.
A conclusione dell’iniziativa bolognese è stato letto un appello per arrivare a una tregua nel conflitto in Medio Oriente. Tra i punti, la richiesta di liberare gli ostaggi in mano a Hamas.
Prima dell’iniziativa sono arrivate critiche sul “rischio per la comunità ebraica di essere strumentalizzata. Noi ci siamo mossi con grande attenzione e il riscontro è stato molto positivo”. Come positivo, aggiunge De Paz, è l’esempio arrivato dai vertici dell’Università di Bologna. “Il senato accademico qui ha respinto integralmente l’appello dei docenti al boicottaggio d’Israele. E con il rettore sono state attivate azioni per tutelare il percorso accademico degli studenti israeliani, che stanno funzionando. Ad esempio la possibilità per chi è dovuto rientrare in Israele di fare gli esami a distanza o essere esonerato dall’obbligo di frequenza nei corsi che lo richiedono. Abbiamo chiesto al rettore di portare questa esperienza anche in altri atenei dove ci sono criticità simili”. Il presidente della Comunità ebraica non nasconde la preoccupazione per le manifestazioni studentesche contro Israele. “Nelle scorse settimane ho parlato di assedio e siamo consapevoli dell’atmosfera difficile. Slogan e cartelli censurabili compariranno ancora, ma da Bologna ieri sera è arrivato un messaggio di cambiamento. Penso avrà un eco nazionale”.