ROMA – Di Segni, Zuppi ed Elzir
a dialogo sulla pace
“Dietro all’attacco del 7 ottobre c’è un lungo percorso, un indottrinamento di anni e anni in cui la religione non è stata usata per portare del bene nella vita delle persone, ma per odiare e realizzare un massacro. Fino a quel momento, da parte israeliana, non c’era nessun progetto di guerra contro Gaza”.
Parte da qui la presidente dell’UCEI, Noemi Di Segni. “A Più libri più liberi”, la fiera nazionale della piccola e media editoria in corso a Roma, si è parlato oggi di “società avanzate” e “nuovi conflitti”. Con la presidente dell’Unione il presidente della Cei, arcivescovo Matteo Maria Zuppi collegato a distanza e allo stesso tavolo la moderatrice valdese Alessandra Trotta con l’ex presidente dell’Ucoii Izzedin Elzir, moderati dal presidente del Coordinamento delle riviste italiane di cultura, Valdo Spini.
“Non è possibile distogliere lo sguardo dalla morte di ogni civile. Qualsiasi morte, anche tra i civili di Gaza, è una lacerazione. Ma bisogna anche chiedersi perché si è arrivati a tutto ciò“, ha detto Di Segni, invocando un uso corretto delle parole per definire la guerra con i terroristi di Hamas. “Concetti come ‘massacro’ e ‘genocidio’ sono generalizzazioni che fanno torto alla storia: nella nostre città e piazze non dobbiamo importare questo tipo di dialettica”, ha esortato Di Segni. Secondo Zuppi, che negli scorsi giorni ha partecipato a Bologna a una fiaccolata interreligiosa per la pace, “non possiamo arrenderci alla logica della guerra: le religioni possono e devono trovare l’unità necessaria”. A detta dell’imam Elzir, “abbiamo bisogno di più dialogo, non abbiamo fatto abbastanza finora”. Il suo pensiero è che si debba essere “costruttori di pace, garantendo agli israeliani la sicurezza e ai palestinesi i diritti”. Anche dall’imam è arrivato l’invito a non “importare” in Europa tensioni e dialettica del conflitto.