GUERRA 63ESIMO GIORNO – La popolazione di Gaza stanca anche di Hamas
“Abbiamo pagato il prezzo dei biglietti aerei della leadership di Hamas. Ho dei bambini piccoli, il loro padre è ferito e non ho modo di portare da mangiare ai miei figli… Hamas ha abbandonato i giovani e i cittadini… Perché ci hanno fatto questo?”. Sono le parole di una donna palestinese di Gaza all’emittente Al-Arabiya. Una voce critica che si aggiunge ad altre testimonianze dalla Striscia contro le azioni di Hamas. Nelle stesse ore l’esercito israeliano ha mostrato alcune immagini da Shejaiya, nel nord di Gaza. Qui la battaglia con i terroristi prosegue casa per casa. E in un’abitazione, nel cuore di una zona densamente abitata, Tsahal ha trovato lanciamissili, fucili, proiettili. “Immaginate se Hamas proteggesse con lo stesso impegno i propri civili invece di promuovere il terrorismo”, ha commentato il portavoce militare. A Shejaiya, spiega, sono stati distrutti decine di tunnel e altre infrastrutture usate come basi per attaccare Israele. Ma Hamas conserva ancora le proprie capacità offensive, seppur ridotte dall’azione militare in questi 63 giorni. I suoi missili continuano ad essere sparati: oltre 11 mila dal 7 ottobre a oggi. Nelle ultime ore i bersagli sono state le aree vicino Gaza, le città di Sderot, Ashkelon così come Tel Aviv.
Con 91 soldati caduti dall’inizio della missione a Gaza, oltre 1.200 persone uccise il 7 ottobre e 138 ostaggi ancora nelle mani dei terroristi a Gaza, i vertici d’Israele ribadiscono la promessa di estirpare la minaccia di Hamas. Nel mentre da Ramallah l’Autorità nazionale palestinese informa che sta lavorando con gli Stati Uniti a un piano per il “giorno dopo la guerra”. Un piano, sostiene il primo ministro Mohammad Shtayyeh in un’intervista a Bloomberg, che includerebbe il controllo dell’area da parte dall’Anp, ma con la partecipazione di Hamas. Se i vertici del gruppo terroristico “sono pronti a trovare un accordo e ad accettare la piattaforma politica dell’Olp, allora ci sarà spazio per parlare. I palestinesi non devono essere divisi”, ha sostenuto il premier palestinese.
Uno scenario inaccettabile per Gerusalemme. Il governo israeliano attende intanto cosa emergerà oggi dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. È prevista una discussione urgente sulla guerra a Gaza e il voto su una risoluzione per chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario. Questo avverrà, scrive ynet, con “un apparente disinteresse per la condizione dei prigionieri detenuti da Hamas, senza alcuna richiesta di rilascio degli ostaggi o condanna delle azioni dell’organizzazione terroristica”.