CAMALDOLI – Il dialogo ebraico-cristiano riprende
anche fra le incomprensioni
Nelle scorse settimane i rabbini italiani sono insorti: “Ci domandiamo a cosa siano serviti decenni di dialogo ebraico-cristiano parlando di amicizia e fratellanza se poi, nella realtà, quando c’è chi prova a sterminare gli ebrei invece di ricevere espressioni di vicinanza e comprensione la risposta è quella delle acrobazie diplomatiche, degli equilibrismi e della gelida equidistanza, che sicuramente è distanza ma non è equa”. Papa Francesco aveva da poco incontrato una delegazione di familiari di ostaggi israeliani sequestrati da Hamas e di parenti di palestinesi prigionieri nelle carceri israeliane. Tutto nella stessa mattina e contesto. Una “supposta imparzialità” nel nome della quale “si mettono sullo stesso piano aggressore e aggredito”, aveva tuonato l’Assemblea rabbinica italiana.
Il dialogo ebraico-cristiano è fatto dunque anche di questo. Non solo opportunità di incontro e condivisione nel segno dei valori comuni, “ma anche problemi che dovremo per forza affrontare in modo coerente”, afferma Marco Cassuto Morselli, appena confermato presidente della Federazione delle Amicizie Ebraico-Cristiane. Morselli risponde da Camaldoli, dove si è conclusa oggi la 45esima edizione dei colloqui ebraico-cristiani: come filo conduttore, un confronto fra liturgia ebraica e cristiana, nella convinzione che l’atto liturgico sia “fondante e costitutivo dell’essere credente”. Nell’ultima giornata di lavori un omaggio al rabbino e pensatore livornese Elia Benamozegh, di cui ricorre in questi mesi il duecentesimo anniversario dalla nascita. “Attraversiamo tempi difficili e pure il dialogo interreligioso rischia di risentirne. Sarà importante impegnarsi affinché non ci siano conseguenze rilevanti: Camaldoli ha 45 anni di storia alle spalle ed è essenziale che continui in questo solco”, dice Cassuto Morselli, riconoscendo a questa iniziativa uno spirito e una capacità di incidere speciali. Non è un caso che proprio qui, due anni fa, Ucei e Cei abbiano presentato il loro progetto per l’aggiornamento dei testi sull’ebraismo in uso nelle scuole, così da correggere pregiudizi e incomprensioni che ancora si annidano in una parte del mondo cattolico. “Nonostante il clima pesante di questo periodo storico, il numero dei partecipanti non è calato rispetto alle precedenti edizioni. È un segnale positivo”, sottolinea Cassuto Morselli. Cinque i gruppi di lavoro e seminari, in cui si è parlato tra l’altro di scansione della Bibbia come lettura liturgica, feste ebraiche, sabato nella tradizione ebraica e nella chiesa avventista, Tempio di Gerusalemme, e di canto nelle feste. Come tradizione dei colloqui, è stata anche accesa la Chanukkiah e si è celebrato lo Shabbat. È stata inoltre presentata una nuova testata sulle sfide del dialogo, Avinu, diretta dal docente di pensiero ebraico Massimo Giuliani.
A Camaldoli c’era tra gli altri Guido Coen, assessore Ucei con delega al dialogo interreligioso: “Il livello delle relazioni è stato molto alto, con tanta attenzione e partecipazione da parte di tutti. È importante che il dialogo prosegua, che non perda la sua spinta”.