CASALE – Le luci dell’arte e della spiritualità
per un invito alla comprensione

Ci sono luci nate dall’arte, come per la lampada creata da Luca Vitone, la 254ma ad entrare nel Museo dei Lumi, e ci sono le grandi e piccole chanukkiot sparse per i locali di vicolo Olper che i tanti amici della Comunità ebraica di Casale Monferrato sono stati chiamati ad accendere. Una folla eterogenea, dove si mischiano kippah, hijab, shashia, abiti talari, tuniche arancioni e divise delle forze dell’ordine, ma anche composta da semplici cittadini venuti a portare la propria vicinanza alla Comunità, sentendo che la luce è più che mai necessaria in un momento in cui il mondo sprofonda nelle tenebre.
Questa è la Chanukkah di Casale Monferrato celebrata il 10 dicembre: nel segno di oltre 20 anni tra arte e spiritualità unite dalla luce. Come è tradizione spetta all’arte aprire la celebrazione. Daria Carmi, Curatrice del Museo dei Lumi, raduna il pubblico in Sinagoga, per ricordare la storia della peculiare collezione che raccoglie i più grandi artisti internazionali. Vitone vi rientra di diritto e la nuova chanukkia sulla balaustra di fronte all’Aron haQodesh attira l’attenzione di tutti: è un minuscolo pianoforte. “L’invito di Daria ed Elio Carmi a produrre un’opera è stata una sfida che ho sposato subito. – Spiega l’artista – Ho cominciato a pensare a un oggetto semplice, legato all’infanzia. Un giocattolo, ma anche un pianoforte perché la musica fa parte delle tradizioni ebraiche. Uno strumento con solo otto tasti e su ognuna otto candele colorate. Otto colori dell’arcobaleno, riferimento al gesto divino che annuncia la fine del diluvio”.
A introdurre il momento della spiritualità Elio Carmi, Presidente della Comunità di Casale Monferrato, che salutando i rappresentanti delle confessioni monoteiste, con prima fila Raffaele Ya’qoub Frasson della Comunità Islamica di Casale, fornisce lo spunto per molte riflessioni: “I mondi della spiritualità sono la strada verso la comprensione. Se io capisco il mio amico Raffaele, che conosco da moltissimo tempo, e lui capisce l’amico Elio, allora possiamo rispettarci. Il mondo ha timore della diversità. Da sempre noi combattiamo questa paura pensando che la diversità non sia un elemento negativo, ma una ricchezza a cui tutti noi dobbiamo contribuire”.
Si passa così nel Cortile delle Api per l’accensione della quarta luce del grande lume, poi lo Shammash arriva nelle mani dei tanti amici della Comunità, tra cui il vicesindaco di Casale Emanuele Capra. Per le autorità religiose intervengono Mons. Francesco Mancinelli in rappresentanza della Diocesi, Rav Shoryo Tarabini del Centro Buddista di Cereseto, Alessandro Calà, Pastore degli Avventisti del Settimo Giorno. Nutrita la rappresentanza del Mondo Islamico, oltre a Frasson presenti per il Coreis l’Iman Abd Al Tawwab Colucci, l’Iman Salman Trotti e Mulayka Enriello, Consigliere responsabile dei programmi educativi. A lei il compito di portare un messaggio che rinnova e ribadisce la collaborazione tra la Comunità Ebraica e le Istituzioni Islamiche in Italia. “C’è un versetto del Sacro Corano chiamato il versetto della Luce nel quale si descrive una nicchia, una lampada, un cristallo, un olio, un albero, una luce. Simboli universali che accumunano ebrei e musulmani nella vera fede e nella nostra comune responsabilità di ricercare l’illuminazione e reagire alle oscurità.”

Alberto Angelino