ANTISEMITISMO – Nirenstein: Never again è un’illusione
Kaminski: Lavorare sulle realtà virtuose negli atenei
Fare chiarezza, confrontare voci ed esperienze, è lo scopo del convegno “L’antisemitismo oggi” in corso a Cagliari. Partecipano all’iniziativa, organizzata dall’associazione Chenàbura Sardos Pro Israele, rappresentanti delle istituzioni ebraiche e israeliane, giornalisti, docenti, pedagogisti. “L’antisemitismo è tornato di scottante attualità: un pregiudizio verso gli ebrei che si pensava fosse ormai retaggio di un passato sepolto è stato drammaticamente riacceso dal terribile massacro operato dai terroristi di Hamas nel territorio israeliano”, ha affermato Mario Carboni, presidente di Chenabura, nell’introdurre la conferenza. Ai lavori partecipa tra gli altri Fiamma Nirenstein, giornalista ed esponente del Jerusalem Center for Public Affairs. “È ora che il mondo si renda conto che si trova davanti a una miccia accesa che può distruggerlo. Purtroppo non c’è sufficiente consapevolezza al riguardo”, sottolinea Nirenstein. “L’antisemitismo sta diventando sempre più odio verso Israele”, accusa la giornalista. “È da anni che lo scrivo, ma colpisce il modo in cui sta accadendo, la riproduzione mimetica delle atrocità compiute contro cittadini israeliani, le dichiarazioni ‘sul contesto’ delle tre rettrici davanti al Congresso Usa: l’antisemitismo di massa è una condanna per tutti, non solo per gli ebrei”. Secondo Nirenstein il motto “Never again” sarebbe quindi un’illusione, pensando alla “pietra tombale” posta sulla “religione del nostro tempo, i diritti umani, oggi calpestati in maniera quasi comica: nelle piazze ‘per i diritti’ si inneggia ad Hamas, un gruppo che i diritti li nega da sempre”.
Sarah Kaminski è docente di lingua e cultura israeliana all’Università di Torino. “Gli israeliani si confrontano con questa ondata di antisemitismo post-pogrom con rabbia e disgusto, ma non si sentono in una situazione simile a quella compresa tra gli Anni Venti e Quaranta del secolo scorso”, afferma la docente, che rappresenterà il punto di vista israeliano sulla recrudescenza dell’odio antiebraico in Occidente. “Gli israeliani si fidano dell’esercito, della propria comunità e della società civile. Quando cantano ‘Noi non abbiamo un altro paese…’ confermano la loro scelta di vita”, dice Kaminski. Al tempo stesso “sono molto critici nei confronti delle istituzioni politiche, auspicano un cambio”. Per quanto riguardo l’Italia, preoccupa “l’ignoranza abissale di tanti studenti: o non hanno studiato o quello che hanno studiato non ha lasciato un segno”. L’Università di Torino ha ospitato di recente una ex terrorista palestinese, invitata dagli studenti che hanno occupato l’ateneo. Per fortuna “il mio dipartimento è un’isola felice”, osserva Kaminski. “Esistono tante realtà virtuose nel sistema universitario, è anche nostro compito cercare di valorizzarle il più possibile”.