GUERRA 68ESIMO GIORNO – Dieci caduti israeliani in 24 ore. Strada per eliminare Hamas ancora lunga

Nelle ultime 24 ore a Shejaiya, quartiere est della città di Gaza, si è svolto uno degli scontri più letali per le forze di Tsahal dall’inizio dell’operazione via terra. Nove soldati sono caduti mentre rispondevano al fuoco di Hamas durante un’imboscata. Un altro è stato ucciso in un combattimento sempre nel nord della Striscia. “Dieci nomi si sono aggiunti oggi alle nostre lapidi nella difficile e giusta guerra contro il nostro crudele nemico. Dieci comandanti e combattenti, il meglio del meglio, eroi tra gli eroi, caduti nella battaglia per la difesa del nostro popolo e della nostra patria. Lasciano un vuoto immenso nelle loro famiglie e nei cuori di tutti noi”, ha commentato il presidente d’Israele Isaac Herzog. Con oggi il bilancio dei caduti nell’esercito è salito a 115 dall’inizio della missione a Gaza, il cui obiettivo è eliminare Hamas. “Israele continuerà la guerra con o senza il sostegno internazionale”, ha avvertito il ministro degli Esteri Eli Cohen. “Un cessate il fuoco nella fase attuale è un regalo all’organizzazione terroristica e le permetterà di tornare a minacciarci”.
A oltre due mesi dall’inizio del conflitto, il paese si interroga sull’avanzamento del progetto di estirpare il movimento terroristico da Gaza. Un’operazione complicata dal terreno di battaglia: muoversi in spazi stretti, tra abitazioni civili, tunnel sotterranei, ospedali rende difficile l’identificazione del nemico. Lo dimostra un dato reso noto da Tsahal: venti dei suoi uomini sono morti a Gaza a causa del fuoco amico o in incidenti dovuti a manovre militari.
Nella Striscia attualmente sono stati dispiegati migliaia di soldati di fanteria, affiancati da carri armati e altre forze di sicurezza. “Abbiamo visto danni ingenti alle infrastrutture di Hamas”, ha dichiarato al sito Media Line l’analista Michael Milstein. Migliaia di terroristi sono stati uccisi. “Ma Israele è ancora lontana dal rovesciare Hamas. La maggior parte dei suoi combattenti è ancora viva e ha ancora a disposizione i propri razzi”, ha sottolineato l’esperto del Forum di studi palestinesi presso il Centro Moshe Dayan. Secondo Milstein “il conto alla rovescia per la fine di Hamas è prematuro”. Anche con l’eliminazione del capo del gruppo terroristico, Yahya Sinwar, la guerra non sarà finita. E raggiungere in ogni caso Sinwar, sarà “un’operazione molto complessa”, avverte Danny Orbach, storico militare dell’Università Ebraica di Gerusalemme, intervistato da ynet. Uccidere l’uomo che ha pianificato i massacri del 7 ottobre “richiederà molta attenzione e tempo e probabilmente costerà la vita a tanti soldati israeliani”, ha dichiarato Orbach. A spiegare il perché, l’analista militare di Yedioth Ahronoth, Ron Ben-Yishai. Dopo l’attuale fase via terra, inizierà una guerra sotterranea nell’intricata rete di tunnel costruita da Hamas. Qui si ritiene siano detenuti buona parte dei 137 ostaggi rapiti il 7 ottobre e qui dovrebbe essersi nascosto Sinwar. “Niente carri armati, niente artiglieria, niente resistenza a distanza”, scrive Ben-Yishai. “Se pensate che combattere in superficie possa essere angusto e difficile, è solo il preludio di quelle che avverrà” nei tunnel, sostiene l’analista.