CALCIO –
Maccabi Tel Aviv punta al primato,
Maccabi Haifa ai playoff

Si chiude oggi la fase a gironi dei tornei europei di calcio. Tra le squadre in attesa di conoscere il loro destino due sono israeliane: il Maccabi Tel Aviv, secondo nel gruppo B di Conference League, e il Maccabi Haifa, fanalino di coda in quello F di Europa League. La compagine di Tel Aviv è già sicura del passaggio del turno: vincendo lo scontro-spareggio di stasera con i belgi del Gent conquisterebbe il primo posto del girone, guadagnando l’accesso diretto agli ottavi della Conference, senza passare dai playoff. Per gli atleti di Haifa, al contrario, l’unico modo per rimanere agganciati all’Europa sono proprio i playoff: per raggiungerli dovranno battere i greci del Panathinaikos, due punti avanti a loro, arrivando terzi nel girone e garantendosi così la “retrocessione” in Conference. Impresa non semplice, considerato che la partita si giocherà in trasferta, allo stadio Apostolos Nikolaidis di Atene. L’altro Maccabi giocherà invece “in casa”, anche se in realtà in campo neutro in Serbia (così ha disposto la Uefa dall’inizio del conflitto con Hamas, sulla falsariga di quello che già succede dalla primavera del 2022 con le squadre ucraine). “Stiamo affrontando una situazione difficile, cercheremo di concentrarci sul campo e fare il meglio possibile. Il lavoro non è finito, vogliamo qualificarci come primi”, ha detto in conferenza stampa Nir Bitton, centrocampista del Maccabi e della nazionale. Un incoraggiamento speciale è arrivato da Dikla Shamriz, che ha acceso la Chanukkiah insieme ad atleti e dirigenti. Suo figlio Alon, 26 anni e grande tifoso del Maccabi, è prigioniero di Hamas a Gaza. I terroristi lo hanno sequestrato nel kibbutz Kfar Aza. “Alon ama la vita, il basket, il Maccabi”, ha detto il padre in una recente iniziativa dedicata alla causa degli ostaggi.
Da una decina di giorni è ripartito anche il campionato, sospeso dopo il massacro del 7 ottobre. Le prime partite della Ligat Ha’Al (la massima serie) sono state a porte chiuse per motivi di sicurezza, secondo quanto richiesto dalle autorità. Gradualmente però il pubblico tornerà sugli spalti, partendo da numeri piccoli come al tempo del Covid e poi a salire (da mille spettatori in su). “Senza pubblico, l’esperienza sportiva è compromessa e diventa priva di valore”, ha dichiarato il ministro dello Sport e della Cultura israeliano Miki Zohar. Per l’esponente dell’esecutivo israeliano “è importante lavorare in quella direzione, per riportare un po’ di ‘normalità’”.

(Foto: Maccabi Tel Aviv)