GUERRA 69ESIMO GIORNO – Israele lavora a un calendario delle fasi del conflitto

Oltre 70 terroristi palestinesi sono usciti in queste ore dall’ospedale Kamal Adwan, nel nord della Striscia di Gaza, e si sono arresi all’esercito israeliano e allo Shin Bet. Per giorni l’area del nosocomio si è trasformata in teatro di violenti scontri per la presenza di diversi uomini di Hamas. La loro resa, nel 69esimo giorno di guerra, è stata immortalata dai video: “Questo è cosa significa smantellare Hamas”, ha dichiarato Tsahal, mostrando i terroristi mentre consegnano le loro armi. I prigionieri sono stati trasferiti per essere interrogati, mentre i combattimenti proseguono in tutta la Striscia. Nel quartiere di Shejaiya sono stati smantellate infrastrutture terroristiche all’interno di un complesso scolastico. Poco più a nord, a Jabalya, un cecchino palestinese è stato eliminato grazie all’intervento dell’aviazione militare, mentre sul terreno i soldati sequestravano armi e munizioni. Nel sud, a Khan Yunis, due tunnel di Hamas sono stati distrutti, così come una base di lancio di missili. La missione via terra avanza ma ci vorrà tempo per portarla a termine. Secondo l’emittente N12, Israele sta per presentare agli Stati Uniti un cronoprogramma. L’attuale fase della guerra dovrebbe concludersi entro la fine di gennaio, poi ci vorranno alcune settimane per il ritiro delle forze armate dal cuore di Gaza e lo schieramento di una linea di difesa. Infine, la terza fase dovrebbe durare per tutto il 2024 con incursioni mirate per colpire le restanti cellule di Hamas.
Il gruppo terroristico in queste ore ha rilasciato una dichiarazione che ha sorpreso molti analisti. Un suo alto funzionario, Mousa Abu Marzouk, ha aperto alla possibilità di riconoscere Israele per porre fine allo scontro interno tra le fazioni palestinesi. Marzouk ha parlato al sito d’informazione americano Al-Monitor dal suo ufficio a Doha “Si dovrebbe seguire la posizione ufficiale”, ha dichiarato. “E la posizione ufficiale è che l’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) ha riconosciuto lo Stato di Israele”.
Nel frattempo a Gerusalemme la politica israeliana si muove sul fronte economico con l’approvazione alla Knesset di un bilancio aggiornato per coprire i costi della guerra. A votarlo è stata la coalizione guidata dal primo ministro Benjamin Netanyahu, mentre il partito di Unità Nazionale di Benny Gantz, parte temporaneamente del gabinetto di guerra ma comunque opposto a molte delle politiche del governo, non ha votato a favore del bilancio, si è astenuto.