GUERRA 75ESIMO GIORNO – Vertice al Cairo su cessate il fuoco. Appare Haniyeh

Si intensificano i negoziati indiretti tra Israele e Hamas per arrivare a una tregua temporanea. Nel settantacinquesimo giorno del conflitto, il leader dell’ala politica di Hamas, Ismail Haniyeh, è sbarcato al Cairo, in Egitto, per discutere il possibile cessate il fuoco in cambio del rilascio di altri ostaggi. Al momento nelle mani dei terroristi ci sono ancora 129 persone. Tra loro, scrive il quotidiano Yedioth Ahronoth, Israele preme affinché siano subito liberati gli ultimi minori e le donne ancora imprigionate a Gaza. Secondo il giornalista del Washington Post, David Ignatius, Gerusalemme valuta la possibilità di offrire a Hamas un cessate il fuoco prolungato – anche per due settimane – per consentire all’organizzazione terroristica di raccogliere gli ostaggi nella Striscia e trasferirli in un luogo sicuro. Altra opzione al vaglio, proporre un ritiro parziale delle forze di Tsahal soprattutto dal nord di Gaza, dove si entrerebbe così in una nuova fase della guerra, con operazioni militari più mirate.
Ignatius descrive anche quale potrebbe essere il volto dell’enclave palestinese al termine della guerra: non più un territorio governato da Hamas, ma da altre entità palestinesi, probabilmente l’Autorità nazionale palestinese, accompagnata da una forza di mantenimento della pace sostenuta dagli stati arabi moderati. L’analista del Washington Post la descrive come “Autorità per la ricostruzione di Gaza” e sottolinea come l’amministrazione Usa prema per arrivare il prima possibile alla sua nascita.
Secondo il Wall Street Journal a discutere del futuro della Striscia nelle scorse settimane è stata anche l’ala politica di Hamas, la stessa presente oggi al Cairo. Dall’altra parte del tavolo, c’erano i nemici storici del gruppo terroristico: i rappresentanti di Fatah, il movimento colonna portante dell’Autorità nazionale palestinese. Questi colloqui, spiega ancora il WSJ, hanno creato tensioni interne a Hamas. Il leader militare e ideatore dei massacri del 7 ottobre, Yahya Sinwar, ha chiesto di sospendere il dialogo con Fatah. “Sinwar – scrive il quotidiano americano – non vuole che Hamas continui a governare Gaza, ma ritiene che la guerra non sia ancora persa e sostiene che sia troppo presto per un compromesso”. Oltre a uomini di Hamas e Fatah, al tavolo dei colloqui erano presenti anche Mohammed Dahlan, ex capo della sicurezza di Gaza con stretti legami con gli Emirati e l’Egitto, e l’ex primo ministro palestinese, Salam Fayyad. Sempre al WJS Dahlan ha chiarito: “Non sono un amico di Hamas. Ma pensate che qualcuno possa correre a fare la pace senza di loro?“.