STORIA – Premio a Tamar Herzig,
storica del Rinascimento,
interprete della modernità

Tamar Herzig è una giovane ma già affermata storica israeliana, specializzata in storia del Rinascimento. Tra i suoi libri “Le donne di Savonarola. Spiritualità e devozione nell’Italia del Rinascimento”, edito da Carocci. E il più recente “Storia di un ebreo convertito”, pubblicato da Viella, su arte, criminalità e religione negli anni che segnarono l’inizio dell’Età Moderna. La sua ultima opera racconta la vita dell’orafo Salomone da Sessa, che da Firenze si trasferì a Ferrara, dove i suoi gioielli furono apprezzati dalle grandi famiglie dell’epoca. Accusato di sodomia, fu condannato a morte e accettò di convertirsi al cristianesimo per avere salva la vita. Herzig riceverà nel pomeriggio il premio Fiuggi Storia Europa presso la sala del refettorio di Palazzo San Macuto, la biblioteca della Camera dei deputati. “Un riconoscimento per l’eccelso lavoro di ricostruzione storica, ma anche per l’importanza del suo impegno pubblico a difesa della dignità e dei diritti delle donne”, spiega Pino Pelloni, l’anima del premio, giunto alla 14esima edizione. Il riferimento è ad alcuni interventi delle ultime settimane, circolati anche sulla stampa italiana, con Herzig che ha denunciato l’indifferenza di varie organizzazioni femminili davanti agli stupri di massa perpetrati da Hamas il 7 ottobre scorso. “La violenza sessuale del 7 ottobre costituisce una svolta drammatica nel conflitto in corso in Medio Oriente: avrebbe dovuto suscitare una grande mobilitazione delle femministe, invece è stata accolta dal silenzio e sottovalutata”, ha denunciato Herzig, 48 anni, vicepresidente per la ricerca della facoltà di studi umanistici dell’Università di Tel Aviv. Ricordava ancora la studiosa che è solo dal 1998 – ossia dopo la guerra in Bosnia – che “lo stupro di donne nemiche in guerra è diventato un crimine perseguibile e, quando perpetrato in maniera sistematica, è stato riconosciuto anche come crimine contro l’umanità”. La scelta di omaggiarla con la sezione “Europa” del premio, tra i tanti riconoscimenti che saranno assegnati stasera, alcuni dei quali riservati a libri a tema ebraico, non è casuale. “Chi conosce la storia di Israele sa bene quanto non vi sia paese più europeo”, afferma Pelloni. “Un melting pot straordinario di culture, ma anche di cultura. Israele è a pieno titolo Europa”. Di Europa ad ampio raggio trattano anche gli studi di Herzig, focalizzati non soltanto su luci e ombre del Rinascimento, ma anche sulla tratta degli schiavi dei secoli successivi. Non soltanto l’Atlantico, ma anche il Mediterraneo fu interessato tra ‘500 e ‘800 da un traffico di uomini e donne di religione musulmana, ebraica e cristiano ortodossa, ridotti in schiavitù da nazioni di fede cattolica. A premiare questo filone di ricerca il finanziamento attribuitole dallo European Research Council per il suo progetto quinquiennale “Schiavitù Femminile nell’Europa Cattolica”. L’obiettivo è esaminare “l’impatto duraturo della schiavitù femminile sulla società mediterranea”. E dunque, sottolinea Herzig, “anche sul discorso politico attuale”.