GUERRA 76ESIMO GIORNO – Hamas spara 30 missili, rifiuta la tregua
Ashkelon e Ashdod, ma anche Tel Aviv, Bnei Brak, Petach Tikvah. Dal sud al centro d’Israele sono risuonati gli allarmi per l’ennesimo attacco missilistico di Hamas. Il lancio dei razzi si è ridotto dopo l’intervento militare nella Striscia di Gaza, ma la minaccia non è ancora stata eliminata. Dall’inizio della guerra, sono stati sparati oltre 12mila missili contro Israele. Trenta nella raffica di questa mattina, rivendicata da Hamas e intercettata al 90 per cento dal sistema di difesa Iron Dome. L’attacco ha sospeso un incontro tra il capo dell’opposizione Yair Lapid e una delegazione di parlamentari francesi guidati dal presidente del Senato Gérard Larcher. “Questo è un piccolo esempio di cosa accade da mesi in Israele”, ha sottolineato Lapid a Larcher, mentre le delegazioni prendevano riparo nei rifugi. In concomitanza con il lancio di missili, dai terroristi palestinesi è stato recapitato un messaggio a Gerusalemme: non ci saranno trattative per liberare gli ostaggi imprigionati a Gaza “se non dopo una completa cessazione dell’aggressione” israeliana, si legge in un comunicato di Hamas. Il gruppo, d’accordo con l’altra fazione terroristica di Gaza, la Jihad islamica, vorrebbe un ritiro completo di Tsahal dalla Striscia. Una condizione impossibile da accettare, concordano i portavoce dell’esercito e del governo. L’operazione via terra – in cui sono caduti 137 soldati – non terminerà finché Hamas avrà la capacità di minacciare lo stato ebraico, avvertono da Gerusalemme. Al momento gli obiettivi nel nord della Striscia sono quasi completati, mentre si intensificano i combattimenti nel sud. “Raggiungeremo i nascondigli sotterranei dei vertici di Hamas nell’area di Khan Yunis”, ha dichiarato il portavoce militare, Daniel Hagari in conferenza stampa. Per farlo, ha aggiunto, Tsahal ha aumentato il numero di uomini a Gaza e inviato ulteriori attrezzature ingegneristiche “per perforare, localizzare e combattere le infrastrutture sotterranee” dei terroristi. “Si tratta di un’operazione complessa, che richiede tempo per garantire la sicurezza delle nostre forze, che ci impone di essere cauti quando operiamo sottoterra”. Un’operazione simili è già stata portata avanti a Gaza City, dove i combattimenti proseguono. Qui “utilizzando l’intelligence, le nostre forze di terra hanno messo in luce un’intricata rete di tunnel utilizzata dalla leadership di Hamas. Ovvero Ismail Haniyeh, Mohammed Deif e Yahya Sinwar. Gli ultimi due sono tra i principali obiettivi di Israele: la loro eliminazione è in cima all’agenda e per farlo è stata messa una taglia sulle loro teste.