SVEZIA – L’antisemitismo degli immigrati?
Un problema degli ebrei

Otto anni fa, la televisione svedese realizzò un servizio a Malmö. Due reporter portavano la kippah nel quartiere di Rosengård. Entrambi furono cacciati dai residenti della zona. Il servizio confermò ciò che molti altri reportage avevano già sostenuto nei primi e nella metà degli anni ’90: per la strade di Malmö l’antisemitismo è un problema serio. La sede della locale comunità ebraica è stata oggetto di attacchi nel corso degli anni e il rabbino Chabad, Shneur Kesselman, è stato minacciato e molestato. In diverse occasioni, quando ci sono state manifestazioni che hanno toccato il conflitto tra palestinesi e israeliani, non si è mai stati lontani da slogan antisemiti. Quando Donald Trump ha pianificato di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, circa duecento persone si sono riunite in una piazza di Malmö, con la scritta “Abbiamo dichiarato l’intifada da Malmö. Rivogliamo la nostra libertà e spareremo agli ebrei”. Con questi precedenti, non sorprende nessuno che dopo il 7 ottobre proprio a Malmö abbiamo assistito alle prime celebrazioni degli eventi. Non erano ancora stati ritrovati tutti i corpi che una carovana di auto percorreva le strade della città per festeggiare l’attacco. Qualche settimana dopo, una bandiera israeliana è stata data alle fiamme fuori dalla sinagoga di Malmö. L’antisemitismo visibile a tutti gli abitanti della città non è una novità. È noto da tempo e ha ovviamente influenzato la minoranza ebraica a Malmö. Eppure non è mai diventato una questione politica importante in Svezia. Il Partito Socialdemocratico, che ha governato a lungo la città, non si è affrettato a esprimere condanne nette o a fare un dramma per una minoranza della città che emigra volontariamente per vivere una vita ebraica libera e senza ostacoli. Ci sono state condanne a metà e promesse di iniziative di dialogo e di educazione. La situazione di Malmö non è diventata un grande problema nemmeno in Svezia. Non ci sono state grandi manifestazioni di massa contro il razzismo. Nessuna protesta pubblica diffusa. Il che è strano. Pochi paesi in Europa cone la Svezia si preoccupano del razzismo, quando questo provenie dall’estrema destra. Nel paese c’è un’ampia consapevolezza e vigilanza sul razzismo, ed è per questo che è anche una delle popolazioni al mondo in cui i pregiudizi hanno il più basso sostegno. Esistono tuttavia differenze significative all’interno del Paese. Fra la popolazione nel suo complesso, l’antisemitismo è poco diffuso: circa il 5% ha opinioni antisemite. Ma tra coloro che si identificano come musulmani, la cifra si avvicina al 40%. È questa differenza che viene ricordata a Malmö. L’antisemitismo di estrema destra esiste da tempo ed è improbabile che scompaia. Ma il suo livello è così basso e stabile che non rappresenta un pericolo esistenziale per la minoranza ebraica. Al contrario, la violenza fisica visibile e non infrequente degli immigrati dal Medio Oriente è un’altra cosa: probabilmente costituisce l’ultimo capitolo della storia ebraica di Malmö.
Adam Cwejman, scrittore e opinionista svedese – Direttore editoriale del Gothenborg Post