DIRITTO INTERNAZIONALE
Sudafrica contro Israele alla CIG
Gerusalemme: Pretoria sta con Hamas
Il Sud Africa non è nuovo ad attacchi contro Israele e anche in questo frangente il paese africano si è fatto notare. Venerdì il presidente Cyril Ramaphosa si è rivolto alla Corte internazionale di Giustizia per chiedere di riconoscere “il carattere genocida” delle operazioni dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. L’obiettivo di Tsahal sarebbe “distruggere i palestinesi di Gaza come parte del più ampio gruppo nazionale, razziale ed etnico palestinese”. Accuse “infondate” e “diffamatorie”, ha replicato Gerusalemme: siamo di fronte a una riproposizione del pregiudizio antisemita “dell’accusa del sangue”, ha avvertito il ministero degli Esteri dello stato ebraico. “La rivendicazione del Sudafrica – prosegue la nota del ministero – non ha basi fattuali né giudiziarie. È uno spregevole e scadente abuso del ruolo del tribunale”. Pretoria in questo modo collabora “con un gruppo terroristico che chiede la distruzione dello Stato di Israele”. La richiesta al Tribunale dell’Aja è di respingere l’iniziativa degli avvocati di Ramaphosa, anche perché la missione di Tsahal è una risposta all’azione genocida di Hamas del 7 ottobre. “I residenti della Striscia di Gaza non sono il nemico”, ha ribadito ancora una volta Gerusalemme. Il nemico è il gruppo terroristico il cui obiettivo è uccidere, rapire, bruciare e violentare civili israeliani, come dimostrano le azioni del 7 ottobre.
Nel suo ricorso il Sudafrica non ha speso una parola sulle responsabilità di Hamas. Da tempo le sue relazioni con Israele sono conflittuali. Nel 2019 si è rifiutato di inviare un nuovo ambasciatore nello stato ebraico, scegliendo di declassare i propri rapporti diplomatici con Gerusalemme. Dopo l’aggressione di Hamas, il parlamento sudafricano ha votato per chiudere l’ambasciata israeliana a Pretoria e per la totale sospensione delle relazioni diplomatiche. Ha poi vietato ai cittadini con passaporto sudafricano e residenti in Israele dal prestare servizio nell’esercito. “Tali azioni possono potenzialmente contribuire alla violazione del diritto internazionale e alla commissione di ulteriori crimini internazionali, rendendoli così perseguibili in Sudafrica”, ha sostenuto il ministero degli Esteri del governo di Ramaphosa.
Al momento il paese africano ha agito da solo all’Aja, ma altre nazioni potrebbero unirsi. Nel rivolgersi alla Corte, Pretoria ha chiesto di emettere misure provvisorie per fermare la campagna militare a Gaza. Misure che sarebbero “necessarie per proteggere da ulteriori, gravi e irreparabili danni ai diritti del popolo palestinese”.
Nella foto la Corte internazionale di Giustizia