7 OTTOBRE – Angelica Calo Livnè: Siamo stanchi fuori ma abbiamo la luce dentro

Cerco di abituarmi alla mia nuova immagine nello specchio. I capelli non rispondono più, né lunghi né corti. Saltano dritti come gambi di fiori al vento e si rifiutano di tornare ricci e armoniosi. Vanno in ogni direzione…molti in terra o nel lavandino. Sono loro che mi ricordano due mesi di notti insonni con tre figli a Gaza, che mi ricordano che i ragazzi dell’Arcobaleno sono sparsi per tutta Israele con le loro famiglie sfollate, che mi ricordano la giacca che ho dimenticato quando ho dormito a Maagan con tutti i membri del mio kibbuz evacuato, la pazienza che è rimasta a casa di mio figlio Gal che supplicava di non restare a Sasa, troppo vicina al confine e agli Hezbollah e l’energia che ho lasciato a casa di Dora, la dolce cugina che mi ha offerto la sua casa a Tel Aviv per riprendere le forze. Nello specchio di Nurit, dove siamo passati ora, sempre a Sasa ma più riparati dai missili del Libano, sembro ancora più pallida e appaiono tante piccole rughe che non conoscevo…specialmente vicino alle labbra che mi mordo continuamente. E il mondo giudica, il mondo punta il dito su Israele. Il mondo demonizza, delegittima Israele, noi. Me. E io, con tutte le mie nuove rughe e i miei capelli ribelli, i miei dolori per tutto il corpo per le ragazze stuprate, per i bambini abusati, per i soldati caduti, per le giovani vedove e i ragazzini orfani, per le terre bruciate e per tutti coloro che non hanno una casa dove tornare, mi accingo a preparare la mia lezione di “Sviluppo del pensiero umanistico” per giovedì, per i miei studenti all’università. Per trasmettere loro, che anche se il cuore è lacerato per i loro amici massacrati al Festival Rave o per la preoccupazione per il fratello ancora tra gli ostaggi o perché’ nessuno di noi sa quando tutta questa follia finirà, che noi rimaniamo chi siamo: un popolo illuminato, illuminato dalla fede, dall’ incontenibile forza di vita che ci mantiene nei secoli, dai nostri valori profondi che nessuno potrà mai intaccare. Mai! Per consolidare i valori che ci ridaranno l’energia per ricominciare da capo, come sempre, dal baratro. Per risalire la china, insieme, spalla a spalla, sostenendoci l’un l’altro fino allo spasimo, contro tutte le aspettative, contro ogni nemico, con qualche ruga in più ma con quella luce, unica e radiosa negli occhi che nessuno potrà rubarci mai.