GUERRA 88ESIMO GIORNO – Il Mossad ai leader di Hamas: Vi elimineremo tutti
Cita David Ben Gurion il capo del Mossad, David Barnea, per avvertire che tutti i terroristi coinvolti nelle stragi del 7 ottobre hanno il destino segnato. Lo fa a 24 ore dall’eliminazione a Beirut del vicecapo di Hamas, Saleh al-Arouri. “Ogni madre araba sappia che se suo figlio ha preso parte al massacro, ha firmato la sua stessa condanna a morte”, ha affermato Barnea. Una parafrasi di un discorso di Ben Gurion del 1963 in cui l’allora premier disse: “Che ogni madre ebrea sappia di aver affidato il destino dei suoi figli a comandanti degni di questo nome”. Barnea ha pronunciato il suo avvertimento nel corso dei funerali di Zvi Zamir, leggendario direttore del Mossad tra il 1968 e il 1974. Fu Zamir a coordinare l’operazione “Collera di Dio” diretta a eliminare tutti i terroristi palestinesi coinvolti nell’attentato alle Olimpiadi di Monaco del 1972. E fu sotto la sua guida che nel 1974 a Beirut e Sidone le forze di sicurezza israeliane colpirono alcuni membri di spicco dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina, implicati nell’attacco in Germania. “Anche oggi, mentre siamo nel pieno di una guerra, il Mossad, come 50 anni fa, è obbligato a regolare i conti con gli assassini del 7 ottobre”, ha proseguito Barnea, richiamando le missioni condotte da Zamir. “Ci vorrà tempo, come ce n’è voluto dopo il massacro di Monaco, – ha concluso – ma il nostro lungo braccio li raggiungerà in qualsiasi luogo si trovino”.
Le parole di Barnea suonano come un’assunzione di responsabilità rispetto all’eliminazione di al-Arouri, seppur Israele, come da prassi, non ha confermato la paternità dell’operazione. Ora l’attesa è per la reazione di Hezbollah. Il gruppo terroristico libanese è tra i protettori e sostenitori di Hamas. L’area in cui al-Arouri viveva era sotto il suo controllo e la sua uccisione è un evidente smacco. Ed Hezbollah, dal 7 ottobre coinvolta in attacchi contro Israele, ha promesso di vendicarsi. Secondo diversi media israeliani, la rappresaglia non sarà però immediata, al di là del lancio di alcuni missili dal sud del Libano. Bisognerà sentire le parole di Hassan Narsallah, capo di Hezbollah, per avere un quadro più chiaro delle prossime settimane.
Della situazione a Beirut ha parlato anche il presidente francese Emmanuel Macron in un colloquio avuto oggi con il ministro israeliano Benny Gantz, parte del gabinetto di guerra di Gerusalemme. “È essenziale evitare qualsiasi escalation, in particolare in Libano”, ha dichiarato Macron, Nella conversazione il presidente francese ha inoltre condannato “le dichiarazioni relative al trasferimento forzato dei residenti di Gaza”, da parte di alcuni esponenti di estrema destra del governo. Per Macron sono proposte “inaccettabili che contraddicono la soluzione dei due Stati, l’unica praticabile per il ritorno alla pace e alla sicurezza per tutti”.
Intanto l’attenzione internazionale si è spostata in queste ore sull’Iran. Nel giorno in cui il regime intendeva commemorare uno dei suoi uomini, Qasem Soleimani, il generale delle Guardie rivoluzionarie eliminato dagli Usa nel 2020, una doppia esplosione ha interrotto la manifestazione. Secondo i media locali, oltre 100 persone sono rimaste uccise in quello che è stato definito un attacco terroristico, compiuto vicino alla tomba del generale.
(Nell’immagine, il capo del Mossad David Barnea, a destra, assieme al ministro della Difesa Yoav Gallant – Foto Ufficio del primo ministro israeliano)