L’ANALISI – La minaccia dei Kornet che uccidono al nord
La casa di Eliyahu e Mira Ayalon, a Kfar Yuval, nel nord d’Israele, ha una grande finestra che si affaccia a ovest sul confine con il Libano. “Da lì guardavamo cadere i colpi sparati da Hezbollah su Margaliot, Kiryat Shmona o Manara”. Da lì un missile anticarro dei terroristi libanesi è passato ieri devastando la loro abitazione. “Mi sono avvicinato a mia moglie che mi chiamava: ‘Eliyahu’, ‘Eliyahu’ – ha raccontato Ayalano alla radio israeliana – Pensava fossi ferito, poi ha perso conoscenza. Ho chiamato mio figlio Barak, ma senza risposta. Era dietro una pila di libri. Aveva un foro in testa ed era morto”. Per la moglie, Elyahu serbava speranze e invece anche lei, portata in ospedale d’urgenza, è deceduta in sala operatoria dopo alcune ore. Mira, 74 anni, e il figlio Barak, 45 anni e membro della squadra di sicurezza di Kfar Yuval, sono diventate le ultime vittime dei missili anticarro di Hezbollah.
Dal 7 ottobre il gruppo terroristico libanese ha utilizzato soprattutto quest’arma per attaccare postazioni israeliane, uccidendo soldati e civili. Il problema, scrive Yehoshua Kalisky, scienziato e ricercatore dell’Institute for National Security Studies (Inss), è la loro efficacia nel centrare il bersaglio. Poiché viaggiano a bassa quota, i missili anticarro non vengono intercettati dal sistema Iron Dome e non ci sono al momento allarmi in grado di avvisare in anticipo la popolazione di mettersi al riparo. “Questo arsenale rappresenta una sfida per le forze di sicurezza e, in larga misura, per le infrastrutture civili che si trovano nel suo raggio d’azione”, sottolinea Kalisky. Il missile usato da Hezbollah è il Kornet. “È stato progettato e costruito sulla base delle lezioni della guerra russa in Afghanistan ed è stato adottato dall’esercito russo nel 1994. – scrive il ricercatore sul sito dell’Inss – È un missile che segue un raggio laser, che lo dirige con grande precisione verso il bersaglio, con piccole correzioni di rotta in caso di deviazione dall’obiettivo”. Ha una gittata fra i 5 e gli 8 chilometri ed è dotato di un sistema in grado di operare in due fasi: la prima viene innescata per perforare corazze di acciaio spesse fino a un metro; la seconda è la vera e propria esplosione ed è quella che causa i maggiori danni.
Hezbollah ha fatto ampio uso dei Kornet durante la seconda guerra del Libano. Sono relativamente costosi e sono stati impiegati per lo più sul campo di battaglia o contro obiettivi militari sul confine. Ma dal 7 ottobre sono diventati uno strumento di aggressione quotidiana contro lo stato ebraico. “Si tratta di un uso massiccio e costante contro civili, soldati, veicoli e case nel nord del Paese. Contro qualsiasi cosa si muova, o non si muova, e non c’è difesa che tenga”, afferma Kalisky. Secondo il quotidiano Haaretz questo uso in larga scala di missili anticarro non ha precedenti nel mondo. “È una minaccia precisa e letale con cui non possiamo convivere”, afferma ad Haaretz Avner Eliyahu, membro del comitato del moshav (comunità agricola) di Shtula.