ROMA – Riparte “Memoria di famiglia” al Pitigliani
Nei suoi incontri nelle scuole, Liliana Segre ha spesso ricordato l’importanza di fare una “scelta” chiara contro l’indifferenza. Sul tema della scelta, e in particolare sull’ora della scelta, si incentra il programma della nuova edizione del format “Memorie di famiglia” del Centro Ebraico Il Pitigliani di Roma. La tredicesima edizione del progetto attraverso cui i giovani tramandano le storie dei nonni, ideato e curato da Giordana Menasci e Anna Orvieto, si terrà domenica mattina alle 10.30. In evidenza le tre “scelte” che si verificarono allora: quelle solidali compiute dai “giusti”, quelle opposte dei delatori e le “non scelte” degli indifferenti. Cioè che coloro che non hanno agito in alcuna direzione, rendendosi comunque complici “di un clima politico e persecutorio che non lasciava spazio a dubbi”, scrivono Menasci e Orvieto nell’introduzione al volumetto che presenta le storie di quest’anno, contestualizzate storicamente da Anna Foa.
“Non c’è dubbio alcuno sul fatto che l’Italia non abbia fatto i conti con il suo passato come dovrebbe. Le responsabilità italiane nella Shoah furono gravissime: noi storici lo ribadiamo ogni anno, ma è un qualcosa che non ha davvero attecchito a livello di senso comune. Si tratta di una sfida impegnativa ma ineludibile. Dobbiamo continuare ad andare a fondo di ogni singola biografia”, spiega Foa a Pagine Ebraiche. “Memorie di famiglia” porterà anche quest’anno nuovi elementi di riflessione, soffermandosi su alcuni momenti bui della storia romana e italiana, ma valorizzando anche “quel sentimento di riconoscenza che già i padri dello Yad Vashem ritenevano necessario esprimere” verso chi agì in modo diverso, esponendo al rischio della vita se stesso e i propri cari: i “giusti” riconosciuti in forma solenne dal Memoriale della Shoah israeliano. Accanto a loro ci sono anche “i salvatori che non sono mai stati onorati, quelli di cui gli stessi salvati hanno perso il nome, quelli dimenticati, ma che in un grande numero di testimonianze riemergono, a volte solo come accenni, come storie solo di un istante”.
Sarà anche un’occasione per parlare di antisemitismo dopo il 7 ottobre, un evento spartiacque anche in tema di trasmissione della Memoria. “Ci illudevamo fosse un vecchio ricordo e invece era solo sordidamente conservato nell’angolo più remoto di tutti coloro che non aspettavano che reinterpretarlo alla luce dei nuovi eventi”, sottolineano Menasci e Orvieto. L’incontro di domenica sarà condotto da Nando Tagliacozzo, che bambino sfuggì alla persecuzione nazifascista. “Dopo gli avvenimenti del 7 ottobre scorso nel sud di Israele, la normalità sarà uno stato d’animo difficile da recuperare nel nostro ambito”, riflette. “Qualsiasi nostra manifestazione”, sostiene Tagliacozzo, “risentirà ancora per un certo tempo di quegli avvenimenti e dello stato d’animo che da quegli avvenimenti promana e, ancor più, e ancora più preoccupante, dagli altri avvenimenti che sono seguiti a quei fatti”.
(Nell’immagine: Nando Tagliacozzo con il padre e i fratelli in una foto del 1942)