DA ISRAELE – Angelica Calò Livnè: Avanti a testa alta

Sì, lo so.
Non sono l’unica in Israele che detiene il primato del buco nello stomaco, che gira col suo corpo senza pelle, che si guarda intorno mentre cammina sulla strada di casa. Non sono l’unica che si sveglia di notte e rimugina sul 16 ottobre 1943, sulla strage delle Fosse Ardeatine, che fa il paragone con l’11 settembre e cerca di cancellare dalla mente le immagini del 7 ottobre. Non sono l’unica che si strugge per i soldati di Tsahal che combattono da tre mesi, per gli ostaggi rannicchiati in un angolo buio in qualche tunnel senza cibo né cure, per i civili palestinesi che non riescono a capire chi è il vero orco cattivo, per i 200 mila sfollati senza casa, per i bambini che, da 100 e più giorni, non vedono i genitori che sono arruolati nell’esercito, che non vanno a scuola e che, anche se ci prodighiamo con mille sforzi per mantenere uno straccio di routine, capiscono che qualcosa di tragico sta accadendo a loro e a tutti coloro che li circondano. Io non sono niente di speciale, dico a me stessa. Questo mal di testa ce l’hanno tutti. La rabbia, il senso di impotenza, gli interrogativi ce l’hanno tutti. Il missile e l’attentato potrebbero coglierci in ogni momento in qualunque punto di Israele e del mondo ebraico. Siamo tutti prigionieri in questa enorme voragine dove giungono e ribollono grida e invettive da ogni angolo della terra, siamo qui in un ripugnante rigurgito antisemita in piena, in un marasma camuffato da lotta per la resistenza. La nostra saggia Golda diceva: La pace arriverà quando gli arabi ameranno i loro figli più di quanto odiano noi. Sarà molto, molto difficile per noi perdonarli per averci costretto a uccidere i loro figli.
Gridano Israele criminale, invocano alla nostra distruzione, incitano all’odio. Ma noi abbiamo ben altro a cui pensare: dobbiamo mandare avanti un intero paese, mantenerlo vivo e pensare a come risolvere i problemi come il lavoro, il mutuo, il rincaro dei prezzi, le migliaia di persone in depressione; e non possiamo fermarci per la nausea che ci causa chi non sa distinguere tra il bene e il male, tra stupro e violenza, tra odio puro e demolizione di rampe di lancio
Quindi non resta che respirare profondamente, alzare lo sguardo e continuare ad andare avanti. Eroicamente. Da soli come sempre.

Angelica Edna Calò Livnè