GUERRA 105ESIMO GIORNO Tsahal colpisce la JihadEisenkot attacca Netanyahu
Nella guerra a Gaza il nemico non è solo Hamas. Anche la Jihad islamica, altro movimento del terrore palestinese finanziato dall’Iran, è bersaglio dell’operazione dell’esercito israeliano. E nelle ultime ore Tsahal ha reso noto di aver eliminato uno dei suoi membri di vertice: Wael Makin Abdallah Abu Fanounah, vicecapo della propaganda della Jihad islamica. Abu Fanounah era stato arrestato in Israele il 12 dicembre 1989 e condannato a tre ergastoli per le sue attività terroristiche. Nel 2011 era stato scarcerato nel quadro dell’accordo per la liberazione del caporale Gilad Shalit. Nel 2017 era entrato a far parte dell’unità di propaganda del gruppo terroristico. Secondo l’esercito, Abu Fanounah era tra i responsabili della creazione e diffusione di alcuni video di ostaggi pubblicati in queste settimane da Gaza. La sua eliminazione, affermano i portavoce militari, è una risposta “alla guerra psicologica dei gruppi terroristici”.
Del destino degli ostaggi ha parlato il ministro del gabinetto di guerra Gadi Eisenkot al programma Uvda di Canale 12. L’ex capo dell’esercito ha di fatto escluso la possibile riuscita di un raid militare per liberarli. La probabilità di successo di un’operazione simile è “estremamente bassa”, ha spiegato, perché i rapiti sono sparpagliati in diverse aree, anche sottoterra. “Credo sia necessario dire con coraggio che senza un accordo sarà impossibile nel prossimo futuro riportare a casa vivi gli ostaggi”, ha aggiunto Eisenkot. Per l’ex militare, membro del partito centrista guidato da Benny Gantz, l’attuale primo ministro Benjamin Netanyahu ha commesso diversi errori. E per questo “è necessario, entro un periodo di mesi, riportare l’elettore israeliano alle urne e tenere le elezioni per rinnovare la fiducia nel governo, perché in questo momento la fiducia non c’è”, ha sostenuto il generale, che nell’attuale guerra a Gaza ha perso il figlio Gal Meir. “Come democrazia, lo Stato di Israele deve chiedersi, dopo un evento così grave (come il 7 ottobre), come possiamo continuare con una leadership che ci ha miseramente deluso?”, ha attaccato Eisenkot.
Nei sondaggi Netanyahu continua a perdere terreno e il suo Likud è dato ampiamente dietro al partito di Gantz e Eisenkot. Secondo il Jerusalem Post alcuni membri del Likud considerano prossima la fine politica di Netanyahu e si starebbero preparando per individuare il suo successore. Tra i nomi citati, il ministro dell’Economia Nir Barkat, il ministro degli Esteri Yisrael Katz, il presidente della Commissione parlamentare Affari esteri e Difesa Yuli Edelstein e il ministro della Difesa Yoav Gallant.