GUERRA 108ESIMO GIORNO Katz a Bruxelles: Liberare ostaggi è prioritario
L’Unione europea cerca di cucirsi un ruolo nel conflitto in corso in Medio Oriente. La posizione dei 27 paesi membri, con sfumature diverse, è quella espressa dal capo della diplomazia Ue Josep Borrell: “D’ora in poi non parlerò di processo di pace, ma voglio un processo per una soluzione a due stati”, ha dichiarato il diplomatico. Diversi paesi, dalla Francia alla Germania, hanno sostenuto la necessità di arrivare, finito il conflitto a Gaza, alla creazione di uno stato palestinese. “Tutti coloro che si oppongono a questa soluzione non ne hanno una alternativa”, ha affermato tra gli altri Annalena Baerbock, ministra degli Esteri della Germania. L’opzione dei due stati è stata però esclusa dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, mentre il suo ministro degli Esteri, Israel Katz, ha evitato di esprimersi. Ma, viste le dichiarazioni pubbliche, Katz dovrà affrontare la questione a Bruxelles, dove è arrivato per incontrare Borrell e altri capi delle diplomazie europee riuniti per il Consiglio Affari Esteri dell’Ue. Prima di parlare con i suoi omologhi, Katz ha mostrato ai giornalisti un’immagine di Kfir Bibas, il più piccolo dei rapiti in mano a Hamas. Per Gerusalemme è prioritario “garantire il ritorno in sicurezza di tutti gli ostaggi”, ha spiegato il ministro. Per farlo, ha aggiunto, serve l’aiuto e il sostegno dei paesi europei alla missione d’Israele per smantellare il gruppo terroristico.
Intanto in Israele sono riprese le proteste contro il governo. Dopo la manifestazione di sabato a Tel Aviv per chiedere elezioni, alcune famiglie di ostaggi hanno organizzato un sit-in davanti all’abitazione di Netanyahu invocando un accordo immediato con Hamas per liberare i rapiti. Parlando con alcuni parenti, il premier ha smentito l’esistenza di una proposta di intesa formulata dai terroristi. Ha poi aggiunto che Israele “ha lanciato una propria iniziativa” senza però entrare nei dettagli.