GUERRA 109ESIMO GIORNO – 21 riservisti israeliani cadono sotto i colpi di Hamas

La missione era demolire alcuni edifici nel sud di Gaza, a 600 metri dal confine con Israele. Nelle strutture erano state posizionate diverse mine e i soldati di Tsahal si stavano muovendo con cautela. I terroristi di Hamas hanno approfittato della situazione, sparando con i lanciarazzi contro due delle abitazioni e contro un carro armato. Gli edifici sono crollati e nell’attacco sono morti 21 soldati. L’incidente più grave per l’esercito israeliano da quando, 109 giorni fa, è iniziata la guerra contro i terroristi palestinesi.
“Ogni nome rappresenta una famiglia distrutta, il cui mondo è stato lacerato dalla perdita. Teniamo queste famiglie vicino ai nostri cuori, condividendo il loro dolore e la loro tristezza”, ha commentato il presidente d’Israele Isaac Herzog. “Proviamo anche un immenso orgoglio per l’eroismo dimostrato da questa generazione. Hanno abbracciato la loro missione con incrollabile determinazione, affrontando le forze del male”, ha aggiunto Herzog. Questo attacco ha portato a 219 il numero di soldati caduti dall’inizio dell’operazione a Gaza per distruggere Hamas e liberare gli ostaggi ancora nelle mani del gruppo. “Chiniamo il capo in memoria dei nostri caduti, eppure non smettiamo nemmeno per un attimo di lottare per un obiettivo insostituibile: il raggiungimento della vittoria completa”, ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in visita nel nord del paese. Con lui, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz. “Le nostre forze operano in profondità nel territorio nemico, a Khan Younis (città a sud di Gaza); combattenti dei paracadutisti, della 7ª Brigata, di Givati, sono dispiegati in tutta la regione meridionale”.
All’alba Tsahal ha annunciato di aver completato l’accerchiamento di Khan Younis, considerata uno dei centri operativi di Hamas. I combattimenti qui puntano a raggiungere due obiettivi, scrive l’analista militare di Yedioth Ahronoth Ron Ben Yishai. “Uno è fare pressione sul leader di Hamas, Yahya Sinwar, affinché avvii i negoziati per il rilascio degli ostaggi. L’altro è smantellare la minaccia terroristica militare”.
Sul primo obiettivo, Israele avrebbe fatto una proposta ai suoi nemici: due mesi di cessate il fuoco a Gaza in cambio della liberazione di tutti i 136 ostaggi. A rivelare la notizia, il sito Axios. Una fonte egiziana dell’Associated Press ha però dichiarato che Hamas ha respinto la proposta, in cui era previsto anche l’allontanamento da Gaza di Sinwar e di altri leader del gruppo.
Intanto la preoccupazione per le condizioni degli ostaggi è forte. Aviva Siegel, liberata da Gaza a novembre, ha raccontato alla Knesset delle condizioni delle donne rapite. “I terroristi portano alle ragazze (in ostaggio) vestiti inappropriati. Le trasformano nelle loro bambole, con cui possono fare ciò che vogliono. È incredibile che siano ancora lì“, l’allarme lanciato da Aviva, il cui marito Keith è ancora prigioniero a Gaza.

(Nell’immagini, soldati dispiegati a Khan Younis – Foto di Tsahal)