IL CONTRIBUTO – Ruben Della Rocca: La ministra Bernini non ignori il caso Mola
È un momento quello che stiamo vivendo molto delicato per i rapporti tra lo Stato di Israele e le nazioni, i governi e le istituzioni di ogni parte del mondo. Da anni i movimenti BDS e Propal provano a proporre, fra i vari boicottaggi, quello forse più bieco: la rottura dei rapporti tra le università e i centri di ricerca italiani e quelli israeliani. Ora il rischio è che si apra una breccia ed è un pericolo da bloccare sul nascere. In preda al furore antisionista il primo rettore a rompere la barriera protettiva del buon senso, che fino ad ora aveva tenuto ai margini una deriva dagli aspetti ignobili, è il rettore dell’Università di Cagliari, Francesco Mola. In un articolo apparso sul quotidiano La Stampa di domenica scorsa, dove vengono riportate alcune sue affermazioni, il professore annuncia con una certa imbarazzante fierezza che il suo ateneo non stipulerà nessun nuovo accordo con quelli israeliani e non rinnoverà le intese scadute. Un’operazione che ricorda i fasti di un passato macabro e inglorioso per il nostro paese.
Lo stesso rettore, in questa lunga conversazione, ci informa che all’indomani del pogrom nazi-islamista di Hamas del 7 ottobre non aveva voluto prendere posizione sulla base della “complessità internazionale della situazione”. Situazione complessa forse per lui, viste le dichiarazioni rilasciate e le prese di posizione espresse, dove si palesa il fatto che il rettore non abbia ben compreso quanto accaduto e quanto stia accadendo in Medio Oriente da 110 giorni a questa parte, con la guerra di Israele al terrorismo fondamentalista di Hamas e con 130 ostaggi deportati a Gaza e in mano ai criminali islamisti. A chiosa del suo intervento la perla finale: “Non sono mai andato in vita mia in Israele, nel mio piccolo…”. In tal senso si può essere assolutamente d’accordo perché con questa rivelazione ha dimostrato tutta la sua piccineria morale. La domanda che viene da porre al ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini è come sia possibile che a guidare l’ateneo di una città importante e ricca di storia e di bellezze come Cagliari, capoluogo che rappresenta orgogliosamente una intera isola, visitata ed ammirata in tutto il mondo, ci sia un rettore con una tale ristrettezza di vedute da non aver mai viaggiato in Israele per scelta, in nome di un suo boicottaggio personale?
Quale sarà la linea del governo verso questo rettore che, con i suoi proclami, costringerebbe l’ateneo sardo e con esso i suoi studenti a non poter usufruire della collaborazione e del grande apporto che Israele, con le sue università, dà al progresso, alla ricerca, alla scienza e agli studi?
La speranza è che qualcuno fermi il boicottatore Mola così come quei 4000 avventati professori firmatari di un altro ignobile appello del novembre scorso contro le università israeliane. Il 30 gennaio nell’ateneo sardo si terrà una riunione del Senato accademico e la speranza è che in quella sede prevarrà una linea di pensiero alta e rigorosa, nel rispetto delle norme che regolano i rapporti nel mondo scientifico, una linea che si spera sarà improntata al dialogo, agli scambi, alla curiosità propria del mondo delle scienze.
Intanto in una nota l’Università di Cagliari corre ai ripari e smentisce che Mola abbia rilasciato interviste alla carta stampata. Di certo le stesse frasi riportate dal quotidiano piemontese, il rettore le dice a un gruppo di manifestanti Propal in un video pubblicato su Instagram.
Potenza dei social e delle immagini, difficilmente smentibili.
Ruben Della Rocca