MEMORIA – Dalla Shoah al 7 ottobre, la lezione di Liliana Picciotto
Liliana Picciotto è una delle più importanti studiose della Shoah in Italia. Ospite dell’Università di Padova, dove ha oggi tenuto una lectio magistralis su “Resistere allo sterminio. Gli ebrei in Italia durante l’occupazione fascista”, ha aperto la sua orazione con parole rivolte al presente. Perché, ha spiegato, il 7 ottobre rappresenta un nuovo spartiacque. “Quest’anno presidenti e capi delle comunità ebraiche di tutto il mondo si sono chiesti se fosse giusto non partecipare alla commemorazione pubblica di ciò che successe 80 anni fa, per marcare il lutto collettivo che ci ha travolto quattro mesi fa, con la strage del 7 ottobre 2023 nel Sud di Israele”, ha esordito Picciotto. “Io stessa provo una grande sensazione di disagio e ho rifiutato molti inviti”. Per Picciotto mai come oggi è essenziale che “tutti, ma soprattutto noi ebrei, israeliani, palestinesi, popoli arabi” si impegnino “per riconvertire l’energia negativa che ci sta sommergendo e che potrebbe provocare altre inenarrabili tragedie, in uno sforzo per immaginare un futuro dove tutti i popoli della regione siano soddisfatti e sicuri nei propri confini”. Non è un miraggio, secondo la studiosa della Fondazione Cdec, per conto della quale sta curando un progetto biografico sulla Resistenza ebraica. “Se gli ebrei sono riusciti a realizzare nel 1948 il loro sogno di avere una terra e un riparo politico, perché non potrebbero realizzarlo anche i palestinesi?”, si è chiesta nel merito. L’importante “è che il progetto sia uno Stato di Palestina che viva accanto allo Stato di Israele e non al posto di Israele”.
Picciotto ha raccontato del dialogo con Lysel, una ragazza filippina che le ha parlato della cugina Nina che lavorava in Israele come badante di una signora su sedia a rotelle. “Nina lavorava al kibbutz Beeri, un terrorista ha improvvisamente aperto con un calcio la porta di casa, aveva un fucile puntato, lei ha cercato di proteggere la signora, lui ha urlato: ‘Togliti di mezzo che devo ammazzare questa vecchia ebrea’. Lei allora si è buttata sulla carrozzina e lui ha crivellato di colpi tutte e due, morte abbracciate”, ha spiegato Picciotto. “Non so voi, ma questa storia mi ha completamente sconvolta, forse più delle molte altre che ho sentito dai media e dato che in questi tempi mi sto occupando di Resistenza antifascista e antinazista, porto ai ragazzi questo episodio come massimo esempio di resistenza contemporanea contro il male”. Secondo Picciotto “non ci è concesso fare paragoni con la Shoah che fu, soprattutto, un meccanismo statale, studiato e condotto con scientificità, determinazione e organizzazione, ma l’efferatezza di quell’uomo, che aveva anche un piccola cinepresa legata alla fronte, è sempre la stessa, è quella di allora, prodotta da uno dei peggiori motori emozionali che muovono talvolta l’uomo”. E cioè, ha scandito, “il fanatismo”.
Adam Smulevich