MILANO – Il ricordo degli ebrei deportati ieri, l’allarme per l’odio di oggi

Il 13 settembre 1943 le SS e la Gestapo stabilirono il proprio quartier generale nel centro di Milano, a due passi dal Duomo. L’ex Albergo Regina diventò così uno dei luoghi della Shoah italiana. “Qui furono reclusi, torturati, assassinati, avviati ai campi di concentramento e di sterminio antifascisti, resistenti, ebrei di cui il nazismo e il fascismo avevano deciso il sistematico annientamento”, recita la targa commemorativa. Qui come ogni anno Milano apre le celebrazioni ufficiali per il Giorno della Memoria. Ma, sottolinea il presidente dell’Anpi della città, Roberto Cenati, “mai come quest’anno siamo preoccupati per il riemergere della piaga dell’antisemitismo. Sta crescendo in maniera pericolosa e il Giorno della Memoria non può rimanere una celebrazione rituale”. Alle parole di Cenati fanno eco quelle del vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Milo Hasbani. “Siamo appena tornati dal viaggio ad Auschwitz con alcune scuole, eravamo con i giovani. Abbiamo partecipato a una serata intitolata ‘Never again’. Ecco ‘mai più’ deve essere un impegno costante e valido sempre”. Anche quando l’odio antiebraico ha il volto dei terroristi di Hamas. “Chiediamo vicinanza non solo per le vittime di ieri, ma anche per quelle di oggi”, ha sottolineato il vicepresidente della Comunità ebraica di Milano, Ilan Boni. “Come i nazisti rastrellarono casa per casa, così hanno fatto i terroristi palestinesi il 7 ottobre, uccidendo innocenti con disumana crudeltà”. Sia Boni sia Hasbani hanno commentato positivamente l’indicazione del ministro dell’Interno per il rinvio delle manifestazioni pro-palestinesi previste domani a Milano e Roma. “Il diritto a manifestare è sacrosanto, ma ci sono altri giorni in cui esercitarlo. Il 27 gennaio ha un altro significato”, hanno ribadito i due rappresentanti del mondo ebraico. Ogni equiparazione, ogni distorsione non è accettabile, è stato il messaggio di entrambi.
La Giornata della memoria del 2024, ha aggiunto l’assessore comunale al Bilancio Emmanuel Conte “ha un ulteriore significato di contrasto al linguaggio di odio sempre più diffuso per le nostre strade, soprattutto dopo l’insopportabile eccidio del 7 ottobre da parte di Hamas”. A citarne un esempio, l’assessore regionale al territorio Gianluca Comazzi, ricordando la scritta antisemita comparsa vicino alla sinagoga alcuni giorni fa. “Frasi vili che hanno offeso tante persone della nostra comunità e hanno insultato la memoria dei tanti innocenti scomparsi”. Ultimo episodio, il murales del Memoriale della Shoah di Milano imbrattato oggi con la scritta “W Hitler” e insulti a Israele.
A questi gesti deve essere contrapposto un percorso culturale rivolto soprattutto ai giovani, ha commentato il presidente del Memoriale della Shoah di Milano, Roberto Jarach. “Per fortuna i numeri ci danno ragione: nel 2023 145mila persone hanno visitato il Memoriale, tra cui 65mila studenti. Significa che il mondo della scuola ha capito che conoscenza e comprensione della Shoah sono fondamentali per la società del futuro”.