BOLOGNA – Ottolenghi: il 7 ottobre ha dato la stura a odio e pregiudizio
Il 7 ottobre avrebbe aperto un vero e proprio “vaso di pandora” di odio e pregiudizi. A proporre la metafora è stato Guido Ottolenghi, imprenditore e presidente del Museo ebraico di Bologna, durante una conferenza alla Biblioteca comunale dell’Archiginnasio sullo stato dell’antisemitismo. Da quel giorno la prospettiva della Memoria è mutata, ha spiegato Ottolenghi, secondo il quale non potremmo rinnovare il ricordo del nazifascismo e delle sue responsabilità “senza pensare che dominava la società con violenza e ingiustizia, ma soprattutto riunendo gli animi contro un nemico immaginario e usando l’educazione irregimentata fino dalla più tenera infanzia per indottrinare alla violenza e alla deumanizzazione”. Che è poi “quello che fa Hamas”, che da vent’anni domina Gaza “senza interferenze” e nel tempo ha beneficiato di “fiumi di fondi europei e di altri paesi”, mentre “le scuole finanziate dall’Onu insegnano l’odio per gli ebrei”. All’esterno dell’edificio un gruppo di antagonisti ha contestato l’iniziativa, brandendo un cartello in cui si leggeva: “Il nuovo genocidio è in Palestina”. Un’altra distorsione della Memoria, l’ennesima. “Un campanello d’allarme che suona ormai da 100 giorni”, ha denunciato il presidente della Comunità ebraica Daniele De Paz, nel lanciare un appello all’uso delle parole “con la massima consapevolezza”, specie quando si evocano certi fatti. Il 7 ottobre “ha cambiato il mondo”, ha evidenziato. Eppure in tante piazze si sono uditi slogan antisemiti, compiendo così “uno sfregio alla memoria” delle vittime della Shoah.
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