CONTROCORRENTE – G. Yohanan Di Segni: Uno stato palestinese? Non in questa generazione
Vorrei sfatare tanti luoghi comuni di cui vedo imbevuti gli ebrei italiani, informati e prevenuti dai media, dalla politica internazionale e perfino dagli articoli che appaiono sul vostro giornale. Non perché sono un israeliano “di destra”, ma per chiarire il pensiero di quasi tutti gli ebrei d’Israele e controbattere i preconcetti errati di tutti questi “benpensanti”:
– “I poveri palestinesi vittime innocenti scacciati dale loro case distrutte, affamati dai soldati israeliani e ridotti a profughi, uccisi senza pietà, 17.000 vittime e bambini”. Numeri inventati (contati?) dai rapporti di Hamas e Al-Jazeera, tutt’erba e un fascio con i terroristi che combattiamo dopo l’eccidio del 7 ottobre. I più “buoni” tra i cittadini di Gaza sono quelli che distribuivano caramelle e ballavano ridendo per il massacro degli ebrei (quando non hanno anche loro razziato a Be‘eri), imbevuti dalla propaganda araba, dall’educazione avuta nelle scuole dell’Unrwa.
– “Tutti gli ebrei hanno invaso nel ’48 e nel ’67 la nostra terra e ci cacciano nei campi profughi”. Se fosse un popolo “sano”, da un pezzo avrebbero cacciato il potere di Hamas che con i miliardi di sovvenzioni mondiali e del Qatar ha costruito chilometri di gallerie della morte, missili e decine di ville per i capi, invece di migliorare le condizioni di vita dei cittadini, da quando siamo noi usciti da Gaza per lasciarli liberi di autoamministrarsi.
– “La pace” tanto di moda in Europa e propagandata dal Papa: smettere di combattere gli assassini vuol dire lasciare terroristi a comandare a Gaza, dargli un’altra occasione di riarmarsi e far stragi di ebrei. Si sarebbe potuto far pace con Hitler? No, i regimi disumani vanno annientati senza falsa pietà se si vuole arrivare alla vera pace.
– Gli ostaggi ebrei (e non solo) “vanno liberati subito a qualunque prezzo”. A prezzo di lasciare i terroristi padroni di ripetere la presa di altri ostaggi, di liberare altri migliaia di delinquenti e assassini come quelli liberati per il prezzo di un soldato (Gilad Shalit) nel 2006. Vecchi e bambini catturati sono probabilmente gia stati ammazzati e il dolore dei famigliari rischia di essere ancora più forte ricevendo – se riceveranno – le loro salme. Di quei barbari non ci si può fidare a fare accordi né si può mandare a morire altri nostri soldati per cercare di liberarli. È tragico, ma non c’è altra soluzione che cercare di stanare i terroristi che ne fanno scudo umano.
– La terra d’Israele “per due popoli e due stati”: come si può credere che uno stato palestinese indipendente, padrone di armarsi e revanscista, possa vivere in pace ai confini di uno stato ebraico? Il “presidente di Ramallah” da 24 anni non indice elezioni perché sa che le vincerebbero il partito di Hamas, lui stesso paga i terroristi da noi imprigionati per continuare a sostenere gli attentati, nelle scuole si insegna l’odio per gli ebrei e la loro cacciata da tutto Israele (vedi il Programma Politico di Abu Mazen). Bontà sua, pretende – a parole – “solo” uno stato palestinese con capitale Gerusalemme e tutta la Cisgiordania (con la cacciata di tutti gli insediamenti: Juden raus!), tutti i vecchi profughi palestinesi nei confini di Israele. E che intenzioni avranno quelli che sostitueranno Abu Mazen? Per dargli uno stato si deve aspettare una generazione di cittadini arabi che ci assicurino un cambio di mentalità completa! Questi, l’America (e l’Europa) vorrebbe che comandassero a Gaza oggi.
– L’ONU e la organizzazione dei “rifugiati” Unrwa: a Gaza si è dimostrato come tutti gli ospedali, scuole e centri di accoglienza umanitari non sono altro che basi di copertura di armamenti di Hamas, compresi tutti gli “impiegati” locali nelle cui case nascondono armi sotto i letti dei loro bambini, e i “medici senza frontiere” che collaborano coi terroristi ricoverando sotto le gallerie feriti e morti dell’attacco del 7 ottobre.
– Gli “aiuti umanitari ai poveri affamati”: sono ben guardati (e afferrati) dai poliziotti di Hamas che allontanano a bastonate e fucilate chi si avvicina per prendere benzina e farina, che sono necessari per i loro combattenti per prolungare la difesa delle gallerie. Non certo per dar da mangiare e medicine agli ostaggi che nessuno visita (Croce Rossa impotente e volutamente inefficiente).
– Netanyahu e il suo governo. Certamente è stato imprevidente e illuso che la pace potesse prolungarsi con aiuti finanziari e il benestare della popolazione di Gaza: ma questa era proprio la politica pacifista di tutte le sinistre e dell’America! Non poteva certo agire diversamente nei due anni di rivolte popolari e manifestazioni “anti-Bibi”, tacciato di guerrafondaio di destra, e quando tutti i responsabili della sicurezza (Shabak) gli dicevano “sta tranquillo, Hamas non ha intenzione di aprire un conflitto”.
– Europa e America pensano solo ai propri interessi politici ed elettorali, la “pace” è una bella parola che convince tutti quelli che se ne fregano della sicurezza d’Israele e pensano solo a continuare i loro affari con l’Iran, non temendo che l’atomica iraniana possa toccarli. Gli ebrei della diaspora, suffragati dai media venduti agli arabi, pensano che l’antisemitismo rinascente sia solo colpa dei guerrafondai israeliani.
Questo è quanto succede al mondo, e anche la stampa ebraica italiana – al pari di certi giornali israeliani – vi si accoda, riportando articoli dei “pacifisti” e benpensanti che soffrono per le visioni di tendopoli e bambini che piangono. Nessuno si chiede perché l’Egitto non apra le frontiere ai disperati, o perché gli stati europei, o gli “amici” turchi, non ammettano profughi di Gaza come accettano quelli della Ucraina.
G. Yohanan Di Segni, Gerusalemme