ISRAELE- Il presidente argentino Milei
arriva accompagnato da un rav

Il presidente argentino Javier Milei è intenzionato a spostare l’ambasciata del suo paese in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme. Lo ha annunciato in queste ore il ministro degli Esteri dello stato ebraico Israel Katz, accogliendo lo stesso Milei all’aeroporto Ben Gurion. In missione per due giorni, il capo di stato argentino aveva anticipato alla stampa del suo paese l’intenzione di trasferire la sede diplomatica a Gerusalemme, riconoscendola ufficialmente come capitale d’Israele. “È un dato di fatto, e non appena la situazione lo permetterà, sarà fatto. L’intenzione c’è, ma la data non è ancora stata fissata”, ha dichiarato Milei nel corso del viaggio, secondo quanto riportato dal quotidiano Clarin. La missione in Medio Oriente, ha spiegato il presidente, è diretta “a mostrare il mio sostegno a Israele contro gli attacchi del gruppo terroristico Hamas e ad esprimere il legittimo diritto d’Israele di difendersi”. Sempre secondo il Clarin, l’ufficio di Milei sta lavorando per includere Hamas nella lista nazionale delle entità terroristiche. Una richiesta, sottolinea il quotidiano, presentata da tempo dalla comunità ebraica argentina alle autorità di Buenos Aires. “È un simbolo del fatto che non possiamo essere neutrali quando si tratta di combattere il terrorismo e l’antisemitismo”, è il messaggio arrivato dall’ufficio del presidente.
Al fianco di Milei, la sorella, Karina, nominata segretario generale della presidenza, il ministro degli Esteri, Diana Mondino, e il rabbino Axel Wahnish. Quest’ultimo è stato indicato da Milei quale prossimo ambasciatore dell’Argentina in Israele. Wahnish non è ancora entrato ufficialmente in carica. Il ruolo è vacante dal 2022 dopo le dimissioni dell’ambasciatore Sergio Uribarri a seguito di una condanna in patria per corruzione. Wahnish, rabbino della comunità ortodossa argentina, non ha esperienze diplomatiche e ha la cittadinanza israeliana. Dovrà rinunciare a quest’ultima, spiegano i quotidiani locali, nel caso in cui dovesse assumere il ruolo di ambasciatore.
Wahnish è la figura che ha introdotto Milei all’ebraismo. Il nuovo presidente argentino ha seguito le sue lezioni di Torah e così si è appassionato alla tradizione ebraica, tanto da aver pensato di convertirsi. Nel corso della campagna elettorale ha poi spiegato di aver rinunciato al progetto, parlando di una incompatibilità tra il rispetto dello Shabbat e il lavoro di presidente.
L’ultraliberale Milei è arrivato in Israele lasciandosi alle spalle le proteste in patria per le sue riforme in ambito economico. Due aspetti in particolare generano resistenze: un ampio piano di privatizzazioni e la delega per dare maggiori poteri all’esecutivo, in particolare in materia di tariffe, energia e tasse.
Dopo Israele, dove incontrerà il primo ministro Benjamin Netanyahu, Milei volerà a Roma. Qui è previsto un vertice con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e un incontro in Vaticano con papa Bergoglio. In campagna elettorale, Milei aveva attaccato duramente il pontefice per poi cercare di ricucire una volta ottenuta la guida del paese.