GIUSTIZIA – Corte dell’Aia: giudicherà Israele un presidente ostile a Israele
“Un infelice compleanno a te. 48 anni di occupazione”. La dedica è rivolta a Israele e a firmarla è Nawaf Salam. È il giugno 2015 e, mentre posta sui social il suo messaggio, Salam è in carica come rappresentante permanente del Libano alle Nazioni Unite. Tre anni dopo diventa uno dei quindici giudici della Corte internazionale di Giustizia (Cig). Ieri i suoi colleghi l’hanno nominato nuovo presidente della Corte che ha sede all’Aia.
L’incarico è triennale e Salam, dopo la nomina, lo ha definito “una grande responsabilità”. All’istituzione Onu è affidato il compito di giudicare le controversie tra stati. Oggi è chiamata a valutare l’accusa di genocidio mossa dal Sudafrica contro Israele per la guerra a Gaza. Lo farà con il giudice Salam, esplicitamente critico dello stato ebraico.
“La prima cosa che mi viene in mente in questo momento – ha dichiarato – è la mia costante preoccupazione per Beirut, la mia città”. Il giudice ha espresso l’auspicio che “noi libanesi riusciremo a stabilire lo stato di diritto nel nostro paese e a far prevalere la giustizia”.
Laureato in giurisprudenza alla Sorbona, Salam ha esercitato da avvocato in Libano, prima di seguire la carriera diplomatica. Nel 2022 era tra i candidati al ruolo di premier del paese dei Cedri. Hezbollah però si era messo di traverso. Salam aveva espresso molte critiche contro il movimento filoiraniano, contrario alla sua nomina. Alla fine era stato scelto l’attuale primo ministro Najib Mikati.
Ad affiancare Salam alla guida della Cig, sarà l’ugandese Julia Sebutinde, nominata alla vicepresidenza. Sebutinde è stata l’unica a votare contro tutti gli ordini emessi dai colleghi contro Israele lo scorso 26 febbraio.