OSTAGGI – L’Europa ascolta gli appelli dei famigliari
Dalle strade di Tel Aviv ai palazzi presidenziali di Madrid e Lisbona. Le famiglie dei 136 ostaggi ancora in mano a Hamas proseguono senza sosta il loro impegno per chiedere la liberazione dei loro cari. Da quattro mesi fanno sentire la loro voce per riportare a casa figli, madri, padri, sorelle e fratelli. Alcuni hanno incontrato nelle scorse ore
il presidente del Portogallo Marcelo Rebelo de Sousa, altri, a Madrid, il re di Spagna Filippo VI. Entrambi i capi di stato hanno fatto propri gli appelli all’immediato e incondizionato rilascio degli ostaggi. Anche da Parigi è arrivato un appello simile da parte del presidente francese Emmanuel Macron nel corso di una commemorazione dedicata ai 42 cittadini francesi assassinati nelle stragi del 7 ottobre. “Il più grande massacro antisemita del nostro secolo”, ha affermato Macron, denunciando il barbaro attacco di Hamas. Così oggi Antonio Tajani, il ministro degli Esteri italiano: “A quattro mesi dal brutale attacco di Hamas contro Israele mi stringo alle famiglie degli ostaggi che attendono la liberazione dei loro cari”. Il Governo italiano, ha aggiunto Tajani, “sostiene la liberazione incondizionata degli ostaggi nel quadro dei negoziati per il cessate il fuoco e per rafforzare l’azione umanitaria”. “Nulla può giustificare o scusare questo terrorismo”, ha
sottolineato il presidente francese, ribadendo l’impegno del suo governo per gli ostaggi a Gaza. Tre dei quali sono cittadini francesi, mentre altri quattro sono stati liberati a novembre. “Non abbiamo bisogno che la gente speri per noi. Io ho speranza. Abbiamo bisogno di aiuto. Ohad è un cittadino francese e chiedo alla Francia di fare tutti gli sforzi per liberare lui e tutti gli altri”, ha commentato Ayla Yahalomi Luzon, sorella dell’ostaggio franco-israeliano Ohad Yahalomi.
(Nelle immagini, la cerimonia a Parigi, l’incontro delle famiglie degli ostaggi con il re Filippo VI e con il presidente del Portogallo de Sousa)