GERMANIA – Ministra regionale difende aggressore antisemita, poi fa marcia indietro
Lahav Shapira, 30 anni, era seduto in un caffè di Berlino con la sua compagna quando è stato aggredito. “All’improvviso mi ha dato un pugno. Poi un altro e ho perso l’equilibrio. Ho cercato di alzarmi e lui mi ha dato un calcio in faccia. E poi, quando mi sono alzato, è scappato via”. Ad aggredirlo brutalmente uno studente della sua università, la Freie Universität. Da settimane, ha raccontato Shapira, riceveva minacce online per il suo attivismo a favore d’Israele. Si era scontrato con gruppi universitari propalestinesi mentre chiedeva la liberazione degli ostaggi rapiti da Hamas. Una storia per lui familiare: il nonno, Amitzur Shapira, era l’allenatore della squadra israeliana di atletica alle Olimpiadi di Monaco 1972. Insieme ad altri dieci israeliani, fu preso in ostaggio e poi assassinato da un commando di terroristi palestinesi.
Ora il nipote Shapira è ricoverato in ospedale con diverse fratture al volto ed è stato sottoposto a un intervento chirurgico. La madre, Tzipi Lev, trasferitasi in Germania quando i figli erano piccoli, ha raccontato ai media israeliani che l’aggressore era un giovane studente arabo. “Ha improvvisamente iniziato ad attaccare Lahav in modo molto duro. – ha spiegato la madre – Gli ha gridato: ‘Perché pubblichi foto di persone rapite?’ Era pieno di odio”. Poi il brutale attacco. La polizia ha arrestato un 23enne identificato come l’aggressore e l’università ha dichiarato che “esaminerà immediatamente le possibili azioni legali” contro di lui. “Chiunque picchi un compagno ebreo fino a mandarlo all’ospedale perché è ebreo non ha posto in un’università tedesca”, ha sottolineato il presidente del Consiglio centrale degli ebrei di Germania, Josef Schuster. “Non c’è alternativa all’espulsione dello studente in questione”. Secondo l’università, riporta il sito d’informazione ebraico Jüdische Allgemeine, tale espulsione non sarebbe legalmente possibile.
Nel mentre le polemiche si sono acuite a causa delle parole di Ina Czyborra (Spd), senatrice per la Scienza di Berlino (il corrispettivo di un assessore). “Le università sono spazi aperti, la scienza vive di scambio, vive di internazionalità e a volte ci sono conflitti nel campus” ha detto Czyborra. Per poi aggiungere di essere nettamente contraria “all’espulsione per motivi politici” dello studente-aggressore. “Non si tratta di ‘conflitti. Si tratta di odio allo stato puro, che si è accumulato nelle università berlinesi nel corso di anni”, ha replicato Noam Petri, studente di Medicina e vicepresidente dell’Unione degli studenti ebrei tedeschi. “Questo odio non si combatte con le parole, ma con i fatti. Un modo per farlo sarebbe quello di espellere gli studenti in questione”, ha aggiunto Petri. Un’opzione, spiega il giovane sulla Jüdische Allgemeine, abolita dall’ultima amministrazione di Berlino. “Ciò che è rimasto è l’obbligo di domicilio. Ma che ne dite di reintrodurre la vecchia legge?”. Anche sulla questione dell’espulsione “per motivi politici”, Petri attacca Czyborra. La senatrice rifiuterebbe questo provvedimento in caso di attacchi antisemiti “da parte di studenti di estrema destra? Spero di no. Allora perché non vale in questo caso?”.
Diversi esponenti politici hanno criticato e chiesto le dimissioni di Czyborra, poi tornata in parte sui suoi passi. “La violenza contro le persone non è mai giustificata. – ha dichiarato la senatrice di Berlino – In questo contesto, sostengo la direzione della Freie Universität (UFC) nel suo approccio all’applicazione di un divieto di accesso all’autore del reato all’università. Questo passo è necessario per proteggere le vittime dagli autori di violenza e per creare uno spazio sicuro per gli studenti nel campus universitario”. Il divieto è però provvisorio e può essere comminato per un massimo di tre mesi. Per il rettore dell’università, Günter Ziegler, gli strumenti a disposizione dell’accademia devono essere modificati.
“Non sembrano sufficienti per questa situazione”, ha commentato il fratello della vittima dell’aggressione, il comico Shahak Shapira, ha denunciato la politica adottata dalla Freie Universität in questi mesi di grandi tensioni interne, con diverse manifestazioni propalestinesi nel campus. “L’UFC è responsabile dell’aggressione di mio fratello? No. Ma ha permesso lo sviluppo di un’atmosfera il cui esito era prevedibile”.