ISRAELE – Pressing su Bibi per liberazione ostaggi ma il premier punta a distruggere Hamas

Le condizioni di Hamas – cessate il fuoco immediato, ritiro dell’esercito da Gaza, scarcerazione di terroristi palestinesi – non hanno sorpreso l’establishment della sicurezza israeliana. Il rifiuto del premier Benjamin Netanyahu era inevitabile. Ma si tratta solo di un passaggio di un negoziato ancora lungo. Tutti nel gabinetto di guerra, scrivono i media israeliani, sono concordi: la pressione militare sul capo di Hamas, Yahya Sinwar, deve continuare. L’obiettivo è creare lo spazio per un’intesa accettabile con il nemico che porti alla liberazione di tutti gli ostaggi ancora a Gaza. Non c’è invece unità nel governo israeliano, racconta l’emittente Kan, sulla fine dell’operazione militare. Netanyahu ha dichiarato che l’unico risultato accettabile è “la vittoria totale” su Hamas. Ma i ministri Benny Gantz e Gadi Eizenkot lo accusano di non avere un piano per il dopoguerra. “Netanyahu non sta decidendo chi sostituirà Hamas e intanto il 60 per cento degli aiuti finiscono nelle mani del gruppo terroristico”, ha attaccato Eisenkot.
Sul dopo Hamas Netanyahu ieri non è intervenuto ma ha spiegato che l’esercito è pronto a combattere a Rafah, nel sud della Striscia. “La vittoria è a portata di mano”, ha ribadito, aggiungendo che “non è una questione di anni o decenni, ma di mesi”. A replicare al premier sono state cinque donne, liberate da Hamas nell’accordo di novembre, chiedendo al governo di accelerare sul fronte dell’intesa. “Ero lì, ma sono stata liberata. I miei amici sono ancora lì. Alcuni di loro non sono sopravvissuti. Mi rivolgo a lei, primo ministro Netanyahu. È tutto nelle sue mani. È lei che può liberarli. – ha dichiarato in lacrime Adina Moshe, 72 anni – Temo che se continuerà con il tentativo di ‘smantellare Hamas’, non ci sarà più nessun ostaggio da salvare”.
Sharon Alony Cunio, rapita e rilasciata con le sue figlie Emma e Yuli dopo 52 giorni, si è rivolta al premier e all’esecutivo. “In questo momento generazioni di ebrei educati al principio morale fondamentale di ‘chi salva una vita, salva il mondo intero’ sono davanti ai nostri occhi. Il prezzo è pesante e insopportabile, ma il prezzo dell’abbandono degli ostaggi sarà una macchia morale per le generazioni a venire”.
Secondo gli analisti israeliani, le trattative tra Gerusalemme e Hamas, mediate da Qatar, Usa ed Egitto, sono ancora in corso. Una delle controproposte di Israele, riporta l’emittente Nbc, è dare la possibilità a Sinwar di andare in esilio in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi.