GIUSTIZIA – Setteottobre chiede alla Cpi
di indagare Hamas per genocidio
L’associazione Setteottobre, costituitasi nelle scorse settimane per “combattere il negazionismo e le false notizie, perseguire l’esaltazione del terrorismo e dell’antisemitismo, contrastare le ideologie totalitarie”, ha presentato una richiesta alla Corte Penale Internazionale dell’Aja affinché vengano promosse indagini per crimini contro l’umanità e di tentato genocidio a carico di Hamas. L’idea è che sia necessario fare chiarezza, anche perché le società occidentali troppo spesso soffrono di “gravi amnesie” al riguardo, ha spiegato il presidente dell’associazione Stefano Parisi in conferenza stampa alla Camera dei Deputati. “Quello compiuto dai terroristi di Hamas è stato un massacro”, ha dichiarato il manager romano. “Anche tutti i morti che sono seguiti al 7 ottobre nella risposta militare cui Israele aveva diritto sono da caricare sulle stesse spalle. Chi non sostiene questo non sta con l’Occidente, ma da un’altra parte”. Come evidenziato dall’avvocato penalista con abilitazione presso la Corte Penale Internazionale, Laura Guercio, “tutti i crimini del 7 ottobre, letti insieme all’atto costitutivo di Hamas”, fanno ritenere che sia possibile arrivare a una incriminazione per genocidio. Mentre per quanto concerne “i crimini contro l’umanità” che si auspica possono essere valutati e giudicati in tale sede, la lista è molto ampia “e comprende crimini come omicidio, deportazione, riduzione in schiavitù, stupro”, oltre a tutti quegli atti inumani “che hanno provocato grande danno”. Uno dei dossier curati da Setteottobre si sofferma sul “rapporto squilibrato e morboso” delle Nazioni Unite verso lo Stato ebraico, come l’ha definito il giornalista e scrittore Pierluigi Battista. “C’è una vera e propria ossessione dell’Onu nei confronti d’Israele: 141 le risoluzioni di condanna di cui è stato oggetto dal 2015 al 2023″. Nello stesso lasso di tempo seguono a grande distanza in questa classifica la Russia con 39, la Siria con 10, la Corea del Nord con 8, l’Iran con 7. Tra i paesi a quota zero figurano invece Turchia, Libia e Qatar, noto fiancheggiatore di Hamas. C’è speranza tra i promotori che la richiesta dell’associazione vada in porto. D’altronde nel 2015 l’Autorità Palestinese ha chiesto di essere ammessa allo Statuto di Roma con una dichiarazione ad hoc ed è stata accolta come “Stato di Palestina”. Di conseguenza, ha rilevato Parisi, “la Corte penale internazionale ha giurisdizione sui crimini commessi sul territorio di Israele il 7 ottobre, essendo i membri di Hamas, autori dell’attacco, cittadini palestinesi”. L’istanza di Setteottobre è stata presentata anche a seguito dell’appello “Non si può restare in silenzio” sul femminicidio di massa perpetrato da Hamas, che ha raccolto più di 17mila adesioni.