ISRAELE- Parigi prova a raffreddare il fronte nord
Quando c’è un attacco missilistico e si è in macchina, le linee guida israeliane dicono di spegnere immediatamente il motore e allontanarsi il prima possibile dal veicolo. Se colpita, l’auto diventa una potenziale trappola mortale per chi si trova al suo interno. Può prendere fuoco, esplodere e in ogni caso la scocca non protegge dalle schegge dei razzi. Per questo motivo questa mattina una madre e il figlio sono usciti immediatamente dalla loro auto appena un missile anticarro è caduto vicino a loro. Il gruppo terroristico Hezbollah ne ha però sparato un secondo e i due sono stati investiti da una nuova esplosione, riportando ferite gravi. L’intervento del Magen David Adom è riuscito a salvare loro la vita e i due sono ora ricoverati in condizioni stabili all’ospedale Rambam di Haifa.
Il loro ferimento è la nuova dimostrazione di quanto sia delicato il fronte nord per Israele. Da ottobre ai residenti di Kiryat Shmona è stato chiesto di evacuare la città. Circa 3mila persone su 23mila totali sono rimaste in città, nonostante gli attacchi di Hezbollah. Sul governo aumentano le pressioni per garantire la loro sicurezza e ci sono trattative in corso.
L’ultima è quella portata avanti dalla Francia. Sui tavoli di Beirut è arrivato un piano in cui si chiede a Hezbollah di allontanarsi di 10 chilometri dal confine con Israele. L’arretramento non permetterebbe ai terroristi libanesi di utilizzare i missili anticarro. Missili con una gittata tra i 4 e 7 chilometri che in questi mesi hanno messo in difficoltà le difese israeliane. Sparati a bassa quota, sono difficilmente intercettabili e provocano seri danni come nel caso di Kyriat Shmona.
Il piano francese prevede la fine degli attacchi da entrambe le parti del confine. Hezbollah però rifiuta di negoziare formalmente una de-escalation fino alla fine della guerra a Gaza.
La proposta è stata ricevuta e discussa anche a Gerusalemme, che preferirebbe trovare un accordo diplomatico. Dall’altra parte dal gabinetto di guerra è arrivato un avvertimento: Tsahal si sta preparando a una possibile escalation e Israele è pronta ad aumentare la sua potenza di fuoco contro il sud del Libano.
La diplomazia è impegnata anche sul fronte Gaza. Da settimane si parla di un possibile nuovo accordo di cessate il fuoco, mentre nel sud della Striscia le manovre militari proseguono. I combattimenti sono concentrati soprattutto a Khan Younis dove nelle ultime 24 ore sono morti tre soldati di Tsahal, portando a 232 il totale dei caduti dall’inizio dell’operazione via terra contro Hamas. L’obiettivo è proseguire la pressione militare sui terroristi per raggiungere un accordo accettabile per Gerusalemme. Dell’intesa si discute al Cairo dove sono attesi il capo del Mossad David Barnea, il direttore dello Shin Bet Ronen Bar e il numero uno della Cia William Burns. La proposta sarebbe di sei settimane di cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi. Secondo fonti del sito Maariv, l’incontro odierno sarà cruciale per colmare le distanze tra le parti.