VERCELLI – La comunità ebraica abbraccia il suo “Mariulin” 99 volte
“Mario Pollarolo è la nostra memoria storica”, racconta la presidente della Comunità ebraica di Vercelli, Rossella Bottini Treves. “Lucido, sorridente, una fonte inesauribile di ricordi e aneddoti legati alla storia dell’ebraismo vercellese, oggi compie 99 anni e tutta la Comunità si stringe a lui”, spiega Bottini Treves a Pagine Ebraiche. “È l’ultimo a custodire e parlare perfettamente il giudaico-piemontese. Da giovane è stato partigiano e ha sempre avuto un animo ribelle. Per la nostra Comunità ha fatto tanto. Con lui, quando abbiamo posizionato a Vercelli le pietre d’inciampo, abbiamo girato la città per ricordare dove vivessero le diverse famiglie ebraiche”.
Classe 1925, Mariulin, come lo chiamano gli amici, è nato negli alloggi attigui al Tempio di Vercelli. I genitori, Angelo Pollarolo e Maria Sacerdote, prima della guerra avevano un negozio di carne e pollame in via Foa, nella zona dell’ex Ghetto della città piemontese. Con le leggi razziali, l’esercizio fu chiuso. “La famiglia Pollarolo era una famiglia ‘mista’, ma il padre di Mario, benché non fosse ebreo, venne segnalato ‘di razza ebraica’, – ricorda Bottini Treves – in quanto coniugato con l’ebrea Sacerdote Maria”. Nel mentre il giovane Mario, al secondo anno delle superiori, fu cacciato da scuola sempre per la sua identità ebraica. Durante le persecuzioni nazifasciste, lavò prima clandestinamente presso una ditta della zona, per poi nascondersi con la famiglia in Valsesia.
“Nel settembre del 1943 il nostro Mario, dopo tante vicissitudini, riuscì a raggiungere Torino – racconta Bottini Treves – e poi in valle Varaita aderì ai gruppi partigiani con il nome di battaglia ’Leopardo”. La sua storia, conclude la presidente, è una parte fondamentale dell’ebraismo vercellese. “Tutti in città provano un grande affetto per lui. E a Mariulin vanno i più sinceri auguri”.