STORIA – Amelia Pincherle non fu solo la mamma dei fratelli Rosselli.
Firenze la ricorda
Veneziana di nascita, fiorentina di adozione, l’ebrea mazziniana Amelia Pincherle Rosselli (1870-1954) fu sempre al fianco dei figli Carlo e Nello nella lotta antifascista che costò loro l’assassinio per mano dei sicari francesi della Cagoule istigati dal regime, che li raggiunsero e colpirono a morte, il 9 giugno del 1937, nella località termale di Bagnoles-de-l’Orne. Amelia Pincherle fu una figura di costante riferimento nella battaglia anche intellettuale intrapresa dai figli sulle pagine del periodico clandestino Non Mollare, venuto alla luce all’inizio del Ventennio nell’abitazione dei Rosselli, e in molte altre iniziative che cercarono di risvegliare dal torpore un’Italia quasi del tutto assuefatta a Benito Mussolini. “Scrittrice e antifascista”: così è celebrata Amelia Pincherle nella targa svelata nella piazzetta che da stamane ne porta il nome a Firenze, nelle immediate vicinanze del viale intitolato a Carlo e Nello. “Ci è sembrato giusto avvicinare una madre ai suoi figli. Amelia Pincherle Rosselli è stata una delle grandi italiane del Novecento”, ha sottolineato l’assessore comunale alla toponomastica Maria Federica Giuliani nel corso di una breve cerimonia alla presenza di familiari e discendenti, con la partecipazione anche del presidente della Comunità ebraica fiorentina Enrico Fink.
L’istanza per l’intitolazione della piazzetta era stata avviata dall’ex ministro Valdo Spini, oggi presidente e animatore della Fondazione Circolo Rosselli. “Non si potrebbero capire le figure dei fratelli Rosselli senza conoscere la grande personalità della madre e in particolare la religione veramente mazziniana del dovere che aveva loro trasmesso”, ha dichiarato Spini. Un modo di rapportarsi alla vita che fu loro d’aiuto “in tutte le prove che dovettero attraversare per il loro antifascismo”, fino alle estreme conseguenze. Subito dopo l’uccisione dei figli fu Amelia a prendere le redini della famiglia, delle vedove e dei nipoti, guidandoli tutti quanti in una sofferta peregrinazione che si sarebbe conclusa negli Stati Uniti, passando dalla Svizzera e poi dalla Gran Bretagna (che lasciarono per il timore dell’invasione nazista dell’isola). Finita la guerra, li avrebbe tutti ricondotti in Italia. Amelia Pincherle Rosselli, ha ricordato Spini, fu anche la prima donna drammaturga dell’Italia unita e a lungo presidente della sezione di letteratura del Lyceum, antica e gloriosa istituzione culturale. Dedicandole un luogo pubblico, ha concluso, “la città di Firenze evidenzia che il contributo delle donne alla battaglia per la democrazia e la libertà deve essere messo nel dovuto risalto”.